
Da tempo i cittadini chiedono una soluzione per la pista ciclabile senza sbocco Fino al bl
Milano, 2 giugno 2017 - Una striscia di pittura bianca, storta, e disegni di bici stilizzate sull’asfalto. È la pista ciclabile fai-da-te spuntata ieri notte sul cavalcavia Bussa nel tratto finale che lo congiunge a via Maurizio Quadrio, tra i quartieri di Isola e Garibaldi. In sostanza, una prosecuzione della ciclabile già esistente ma che - fino a ieri - si interrompeva prima della discesa. «Un punto pericolosissimo», denunciano da anni i ciclisi e non solo. E così ignoti hanno pensato di fare da sé creando un corridoio protettivo lungo alcune decine di metri. Una «semplice» striscia e delle «semplici» bici che, ipotizziamo, nelle intenzioni degli autori dovrebbero servire a far stare lontane almeno di qualche metro auto e scooter così da consentire ai ciclisti di percorrere il tratto in sicurezza. Un’operazione di «guerrilla bike lane», dicono gli esperti.
Sul cavalcavia Bussa esiste una pista ciclabile a doppio senso di marcia protetta da un cordolo giallo. Ma fino a ieri i ciclisti in arrivo dal quartiere Isola che pedalavano in direzione via Farini avevano due alternative, arrivati alla fine del ponte. La prima: proseguire in bici lungo la discesa, in cui la ciclabile spariva, a proprio rischio e pericolo (e in barba al divieto) considerando che auto e moto arrivano dal senso opposto. La seconda: scendere dalla bici, dirigersi verso le scalette per i pedoni e affrontare i gradini con le dueruote sulle spalle. Considerando pure che il tratto è molto trafficato, usato da decine di mamme e papà che in bici accompagnano i figli alla scuola d’infanzia lì accanto, qualcuno ha pensato di creare un prolungamento della ciclabile.
E i cittadini applaudono: «Una buona cosa. Le auto vanno troppo veloci...prima affrontavo la discesa in bici attaccata al guardrail», attacca Vanna Mazzi. «Meglio che niente – aggiunge Valter Coti –. Hanno dovuto pensarci i cittadini». «Chiunque sia stato – continua Sophie Sarrote – ha fatto bene, era un pericolo». «Un’azione per la sicurezza e un messaggio al Comune, che ci avrebbe dovuto pensare», concludono i “Lo Greco Bros” Enzo e Gianni, fratelli-musicisti.