Quarta dose agli over 60 (con metà dei posti liberi)

Il Governo ieri sera ha dato il via libera all’estensione del secondo booster. In Lombardia 40 centri vaccinali aperti, ma le prenotazioni vanno a rilento

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È arrivata ieri sera alle otto la circolare congiunta (Ministero della salute, Consiglio e Istituto superiore di sanità e Aifa) che dà il via libera ufficiale all’estensione della quarta dose di vaccino antiCovid a tutti gli over 60, anche senza patologie (oltre che agli over 12 a "elevata fragilità" a causa una lista di malattie dettagliata dall’Aifa). In Lombardia sono circa 1,8 milioni i 60-79 enni che sono arrivati alla terza dose di vaccino (circa il 90% della popolazione di quest’età), ma durante l’incontro di ieri tra il direttore generale del Welfare Giovanni Pavesi e i vertici delle Asst per fare il punto sulla situazione Covid non sono stati concordati, per il momento, allargamenti di agende o riaperture di centri vaccinali.

Per un motivo molto semplice: gli slot al momento aperti bastano e avanzano a soddisfare la richiesta attuale, benché ad esempio le Scintille negli ultimi giorni siano tornate a un migliaio di vaccinazioni al giorno per un aumento di richieste spinto dall’ansia per l’incremento dei contagi e dalla voglia di partire più tranquilli per le vacanze. Ma è un fatto che, ad eccezione delle Rsa che hanno coperto col secondo booster il 96% dei loro ospiti vaccinabili, persino tra gli ultraottantenni in Lombardia solo poco più di uno su quattro (il 26%) sia andato sinora a vaccinarsi con la quarta dose (che è sempre a base di Pfizer o Moderna e si può iniettare purché siano passati almeno 120 giorni dall’ultima iniezione antiCovid o tampone positivo al virus).

In tutta la Lombardia tra l’8 giugno e l’8 luglio sono state iniettate circa 105 mila dosi antiCovid (quante se ne facevano in un giorno nelle fasi clou della campagna vaccinale massiva), di cui circa 3.300 prime dosi e 3.700 seconde dosi “ritardatarie“, circa 45.800 terze dosi in differita (anche a persone che hanno dovuto attendere perché quest’inverno erano state contagiate), e meno di metà (52 mila) come secondo booster. Al momento, i 40 hub vaccinali rimasti aperti in Lombardia dopo la fine della corsa alle terze dosi durante l’ondata invernale di Omicron e dello stato d’emergenza - distribuiti più per logistica territoriale che per popolazione, in tutto il Milanese ne sono rimasti aperti tre (Abbiategrasso, Basiano e Scintille) a fronte dei dieci della Bergamasca e dei due della provincia di Sondrio - e le farmacie vaccinatrici rimaste in campo hanno ampio spazio nelle agende, anche per gli “autopresentati“ senza prenotazione. Ieri mattina, a fronte di quasi 53.400 posti per vaccinarsi in Lombardia aperti fino al 24 luglio, ne erano stati prenotati meno di 22.900, dunque c’erano quasi 30.500 appuntamenti ancora da assegnare, di cui quasi 6.400 alle Scintille, il centro vaccinale che serve tutta la città di Milano. E anche accorciando il raggio a questa settimana, degli oltre 28 mila posti a disposizione in Lombardia, tra centri vaccinali e farmacie, di cui oltre 8.300 nella provincia di Milano, da ieri a domenica 17 luglio, ne era rimasta libera quasi metà.

Naturalmente, se ci sarà una corsa alla quarta dose raccomandata da tutti gli esperti tra gli over 60, la Regione dovrà rivedere rapidamente i suoi piani, ma intanto i temi al centro del vertice di ieri, a quanto si apprende, sono stati l’aumento della pressione sul 118 e sui pronto soccorso, sui punti tampone e sui ricoveri in area Covid non intensiva generato dall’ondata di Omicron 5 che si avvicina al picco. Una situazione non drammatica: ieri c’erano 29 lombardi in terapia intensiva Covid (+1 da domenica) e altri 1.306 positivi isolati in area medica (+27 in ventiquattr’ore), ma anche tra i più gravi, in gran parte anziani affetti da altre patologie, ci sono persone in rianimazione non per problemi respiratori. Giulia Bonezzi

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