
Lussuosi hotel a cinque stelle, ristoranti, bar, uffici. La mappa milanese dei luoghi chiave dove si consumano le trattative di mercato è nota agli addetti ai lavori, al punto che anche per i dirigenti delle grandi squadre non è semplice isolarsi lontano da occhi indiscreti, inseguiti da telecamere e telefonini. Dal Salumaio di via Montenapoleone (Jorge Mendes è un assiduo frequentatore) all’Osteria Cavallini: ecco dove si decide il futuro dei club quando non ci si nasconde nelle hall degli alberghi. Non si bada a orari, ci si incontra all’ora di colazione ma anche a pranzo, più facile in tarda serata per la cena. Per discutere sino a notte fonda.
Ma nell’era dei “social“ i luoghi cult del calciomercato non sono per nulla misteriosi. E alcune sedi in cui dirigenti e procuratori vanno a caccia di privacy per le trattative sono accessibili a tutti. Forse anche per questo da anni i rossoneri preferiscono ricevere agenti ed emissari nella sede di Casa Milan, altre volte (soprattutto quando in Italia arriva Gerry Cardinale) gli incontri avvengono in zona piazza della Repubblica, divenuta il centro di gravità permanente degli affari del pallone. Lì ha preso domicilio Thiago Pinto, l’uomo mercato della Roma. Anche l’Inter spesso riceve i procuratori nella sede di viale della Liberazione, ma l’ad nerazzurro Beppe Marotta quando intende condurre affari senza essere “spiato“ si rifugia al Bulgari o a Villa Bellini. Tante le trattative che si chiudono a tavola e nell’ultimo lustro La Risacca 6 e il Kaimano hanno preso il posto di ristoranti che un tempo erano punto di riferimento delle contrattazioni. Su tutti “Giannino“, isola felice di Galliani.
Giulio Mola