Quando la censura fa la guerra ai libri

Guerra, sì, anche ai libri. Combattuti con la censura, sempre attuale: "Nella triste primavera 2022, segnata dall’invasione russa dell’Ucraina, una guerra parallela si fa alle parole, minando dalle pagine cartacee o digitali la libertà di espressione di chi si industria con ogni tentativo possibile per non farsi colpire e azzerare, e usa pure la tecnologia di blockchain e videogiochi per diffondere le notizie e i termini “guerra ” o “invasione” proibiti", spiega Roberto Cicala, presentando una ricerca degli studenti del Laboratorio di editoria della Cattolica, interpreti di giovani generazioni che vogliono capire e scegliere. Reading e rinfresco finale oggi alle 17.30 al Ristorante.9, via Necchi 9: “Guerra ai libri. Casi editoriali di censura”. Dal sensuale “Piacere” di Gabriele D’Annunzio, all’amore troppo grande in “Amatissima” di Toni Morrison, prima Nobel afroamericana. Sorprende la caccia alle streghe nella patria del Primo emendamento: nell’ultimo anno 156 tentativi di censura (in genere da gruppi di genitori) hanno colpito 273 libri. Sia volumi considerati razzisti che classici come “Uomini e topi” e “Il buio oltre la siepe”, in questo e altri casi per parole sempre più scomode, come quella dalle tinte nere sostituita con l’espressione n-word, citata 219 volte nelle “Avventure di Huckleberry Finn”, romanzo vietato in alcuni Stati. In una scuola del Tennessee persino il graphic novel “Maus”, premio Pulitzer, è vietato per volgarità. Replica ironica dell’autore, Art Spiegelman, che disegna ebrei-topi e nazisti-gatti: "Forse vogliono un Olocausto più carino". An.Ma.

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