
È totalmente incapace di intendere e di volere Mahmoud Elhosary, il ventiseienne egiziano che il 12 agosto ha tenuto in ostaggio con un coltello un vigilante nel Duomo ed era stato arrestato per sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale. È quanto è emerso dalla perizia, disposta dal gip Raffaella Mascarino nelle indagini coordinate dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Enrico Pavone, ed affidata allo psichiatra Mario Mantero. Già dopo l’arresto era emerso che per il giovane, a cui non sono state contestate condotte con finalità terroristiche, sarebbe stata necessaria una perizia per valutare i suoi problemi psichici. Interrogato a San Vittore, infatti, il ventiseienne aveva iniziato a pronunciare frasi sconclusionate come "mi hanno drogato" e gli era stato consigliato, anche dal suo legale, l’avvocato Costanza Pedrotti, di avvalersi della facoltà di non rispondere. Si era saputo anche che il nordafricano, dopo un arresto nel 2016 per una tentata rapina all’aeroporto di Malpensa, era tornato in Egitto dove aveva seguito un percorso di cure per ansie, psicosi e depressione, ma, rientrato in Italia, non aveva voluto più essere curato. La perizia ha accertato anche la sua pericolosità sociale.