
Paolo Papagni con la moglie Rosalba
Corsico, 25 maggio - Dalla Puglia a Milano per festeggiare lo scudetto dell’Inter. Un’impresa storica per Paolo Papagni che da Bisceglie, nel profondo Sud, ha percorso 1.029 chilometri in cinque giorni, in sella alla sua Vespa, "blu e nera, ovviamente", sorride dopo essere arrivato a Corsico, dove abita la figlia. Dopo aver attraversato da Sud a Nord l’Italia, ha potuto sventolare il bandierone neroazzurro che si è portato dietro per tutto il viaggio. Domenica è arrivato a Milano dopo cinque giorni di viaggio, in tempo per vedere la sua squadra del cuore alzare la coppa, in occasione dei festeggiamenti per la conquista della Serie A.
Perché ha deciso di intraprendere questo viaggio?
"Ho fatto una scommessa con me stesso. A Natale mi sono detto: se l’Inter vince il Campionato, vado a far festa a San Siro a bordo della mia Vespa. Mia moglie Rosalba mi ha accompagnato: non è tifosa sfegatata come me, simpatizza per i neroazzurri ma soprattutto ama la Vespa".
Come è andata?
"In alcuni momenti non è stato semplice: non siamo proprio giovincelli. Io compio 62 anni a dicembre, Rosy, mia moglie, ne fa 61. Io sono un assistente sociale e psicologo, lei un’ex erborista in pensione. Amiamo i viaggi in moto, ma non pensavamo di riuscire nell’impresa".
Momenti di difficoltà?
"Subito, dopo i primi 30 chilometri: la Vespa è andata in panne e questo ci ha demoralizzato. Siamo rientrati a casa, ho subito sostituito il tamburo della ruota posteriore e con l’incoraggiamento di tutto il Vespaclub di Bisceglie e dell’InterClub ci siamo rimessi in sella".
Che tappe avete fatto?
"Da Bisceglie a Marina di San Salvo, Chieti, poi Sirolo, ad Ancona, Imola, San Nicolò a Piacenza e Corsico. Poi dritti a San Siro. Abbiamo fatto diverse deviazioni per viaggiare sulle strade lungomare ed evitare le statali più trafficate, ci siamo addentrati poi nelle città, attraversato Bologna, e giunti a destinazione stanchi ma entusiasti. Abbiamo trovato pioggia in Abruzzo che ci ha rallentato e vento forte tra Pescara e Ancona".
Cosa avete provato quando siete arrivati a San Siro?
"Un’emozione incredibile. C’ero già stato, ma mai in moto. Con la Vespa abbiamo fatto il giro dello stadio, sventolando la bandiera neroblu. Durante il viaggio ci siamo fermati in diversi InterClub: a San Severo, San Salvo, Montesilvano a Pescara, Porto San Giorgio, Rimini, abbiamo incontrato gli Amici Interisti di Piacenza e il club di Parabiago. Tutti ci hanno sostenuto, anche i vari Vespa Club che ci hanno incoraggiato".
Da interista qual è il ricordo più bello che ha?
"Sicuramente il triplete, quando abbiamo vinto tutte e tre le competizioni: la Serie A, la Coppa Italia e la Champions League".
Prossimo obiettivo?
"Se il prossimo anno vinciamo la Champions, faccio il giro d’Italia in Vespa".