
Corteo degli studenti della scuola di via Vivaio che non vogliono trasferirsi
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Corridoi stretti, un solo ascensore, un auditorium troppo piccolo e pochi spazi esterni. Continua la battaglia di genitori e insegnanti della scuola media per ciechi di via Vivaio, che da mesi si oppongono alla decisione del Comune di Milano di trasferire 238 studenti – di cui 38 con disabilità – in viale D’annunzio. Martedì sera, durante la riunione del Consiglio d’istituto, è stata presentata una relazione, scritta in seguito al sopralluogo dell’edificio, che sottolinea le perplessità di docenti e genitori sulla nuova sede della scuola. Le criticità evidenziate nel documento sono tante e riguardano soprattutto gli spazi.
Qualche esempio? I corridoi troppo stretti, la mancanza di spogliatoi per la palestra e la presenza di un solo ascensore, nonostante la struttura si sviluppi su tre piani. Ma a preoccupare docenti e genitori è anche la gestione degli ingressi, la mancanza di spazi per la socialità e le dimensioni ridotte dell’auditorium. "È un elemento importante, visto che si tratta di una scuola a indirizzo musicale – si legge nella relazione –. L’auditorium dell’edificio di viale D’Annunzio può accogliere un numero molto limitato di persone, lo spazio è stretto e con limitate possibilità di movimento". L’ostacolo più grande, però, riguarda forse l’ubicazione stessa della nuova sede. Secondo una ricerca elaborata dall’istituto rispetto a tutti gli indirizzi di residenza degli alunni, gli studenti impiegherebbero in media 20 minuti in più ogni giorno per raggiungere la scuola.
«Nel percorso di crescita dei ragazzi è importante arrivare all’autonomia del percorso tra casa e scuola – sottolinea la dirigente scolastica Laura Lucia Corradini –, che è obiettivamente molto più difficile nella sede di viale D’Annunzio, in quanto mal servita dai mezzi pubblici e collocata lungo una strada ad alta percorrenza".
Le critiche mosse nella relazione partono da una convinzione di fondo, ossia che "l’ambiente può essere un facilitatore o una barriera nello sviluppo psicosociale di una persona". Un principio che sta alla base anche del sistema Icf, la Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute proposta dall’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo genitori e docenti, l’immobile in zona Darsena non risponde a questi requisiti e "non è idoneo ad alcuna scuola che realizzi un progetto educativo nella prospettiva Icf e, in particolare, a quello della media Vivaio".
Nonostante l’opposizione di genitori e docenti, il comune tira dritto e non sembra intenzionato a cambiare idea sul trasferimento della scuola media, che dovrebbe concretizzarsi dopo l’estate. Allo stesso tempo, neanche il consiglio d’istituto della scuola media Vivaio indietreggia e, anzi, annuncia che la relazione del sopralluogo verrà trasferita anche agli uffici regionali e al Ministero dell’Istruzione. Quel che è certo è che l’intera vicenda si è già trasformata in una battaglia politica. "La cosa più grave è che l’assessore Scavuzzo non ha minimamente idea dei tempi per realizzare una scuola senza barriere architettoniche – attacca Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale –. Invitiamo la vicesindaco a fermarsi prima di fare figuracce nazionali. Da un’amministrazione che si riempie la bocca con le pari opportunità ci aspettiamo di più".
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