Sit-in dei medici in attesa della specializzazione: "No all’imbuto formativo e alla beffa"

La protesta: "Siamo i 'camici grigi': laureati, abilitati, non ancora specializzati

Martina Beltrami

Martina Beltrami

Milano, 7 dicembre 2020 - Questo articolo è contenuto nella newsletter "Buongiorno Milano".  Ogni giorno alle 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e il commento di un ospite. Per ricevere via mail la newsletter clicca su  www.ilgiorno.it/buongiornomilano  «Siamo i “camici grigi”: laureati, abilitati, non ancora specializzati. Non solo, ad oggi, la graduatoria del concorso di specializzazione è ancora provvisoria e non sappiamo quando e dove prenderemo servizio, ma ancora una volta non siamo tutelati". Martina Beltrami, 27 anni, è medico chirurgo ed è iscritta all’ordine dei medici di Milano. Oggi alle 10, insieme ad altri colleghi, manifesterà davanti all’Arco della Pace per chiedere che vengano finalmente sbloccate le assegnazioni del concorso di specializzazione di Medicina – che li tiene in sospeso da settembre – e contro quell’"imbuto formativo" che non è venuto meno. Neppure nell’anno del Covid-19. "Siamo stanchi di sentire parlare di “eroismo“, “resilienza”, di un “sistema sanitario nazionale che ha retto, nonostante tutto”, quando va avanti questa situazione. Che quest’anno è ancora più paradossale", scuote la testa Martina Beltrami.

A Milano è nato spontaneamente un movimento che ha già raccolto 350 medici come lei, via Telegram. E che scenderà in piazza, in contemporanea con i colleghi di Roma, Firenze, Verona, Siena, Pescara, Genova. Un sit-in appoggiato anche dall’ordine dei medici di Milano. Primo punto all’ordine del giorno: "La figura dello specializzando oggi è ancora un ibrido – spiega Beltrami –. Non è un lavoratore, non ha tutele nonostante lavori il doppio, come operatore sanitario e come medico. Chiediamo soprattutto di aumentare la rete formativa e le borse di studio". Perché nonostante sulla carta siano aumentate di cinquemila unità, anche quest’anno diecimila medici resteranno nel limbo. Secondo punto: "Ad oggi la graduatoria è ancora provvisoria – ricorda Beltrami –, ci sono stati ricorsi, la mia posizione, come quella di tanti, è già cambiata quattro volte. Ma quello che fa rabbia, con questi ritardi, è che il 30 novembre ci siamo tutti licenziati per rispettare i 30 giorni di preavviso in vista dell’assegnazione. Abbiamo rinunciato alle sostituzioni dei medici di base nel periodo natalizio, a lavori come guardia medica in un momento in cui abbiamo visto quanto sia importante la medicina sul territorio. E adesso veniamo a sapere che la presa in servizio slitterà a gennaio". Una beffa.

Porta la sua esperienza, simile a quella di tanti colleghi che si sentono messi “in stand-by”. Laurea alla Statale nel 2019, tre mesi di tirocinio in ginecologia, pediatria e in medicina di base, Martina Beltrami attendeva l’esame di Stato del 28 febbraio. Che è stato rimandato - e poi annullato - per l’emergenza Covid. Dal 2020 la laurea è abilitante. Dopo l’abilitazione e l’iscrizione all’ordine dei medici, ha iniziato a lavorare sul territorio lombardo e ha partecipato al test per la specializzazione che da luglio è stato posticipato al 22 settembre.

Il 30 novembre si è licenziata anche lei, in vista dell’assegnazione. "Abbiamo partecipato in 24mila per 14mila borse - ricorda Beltrami -, c’erano i laureati del 2019 e del 2020. Siamo ancora una volta trattati da ragazzini: a meno di un mese dalla presa di servizio nessuno di noi sa dove, in cosa e se avrà accesso a un percorso di formazione. Si fa leva sempre sulla nostra “vocazione”, che c’è ed è innegabile, ma è il momento di pensare al nostro futuro anche dal punto di vista economico e di avere tutele".

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