Protestarono contro le aule fredde: sospesi sessanta studenti di Brera

Il provvedimento dell’Artistico dopo l’agitazione del 13 dicembre. "Sarebbe bastato evacuare la scuola", critica il collettivo. La replica: "Minacciata l’occupazione"

Una delle proteste studentesche

Una delle proteste studentesche

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Milano - Sessanta studenti del liceo artistico statale di Brera, la maggior parte minorenni, finiscono sospesi per un giorno, per altri cinque il provvedimento è esteso a cinque giorni. L’azione disciplinare, notificata ieri via email ai genitori, è scattata dopo una protesta di alcuni alunni della sede di via Papa Gregorio XIV lo scorso 13 dicembre a causa delle aule gelide. «La sospensione è avvenuta per aver espresso i disagi che ogni giorno viviamo a scuola in modo pacifico», scrive sul loro profilo Instagram il collettivo degli studenti di Brera rimarcando il carattere «pacifico» del «corteo».

«È stato un assembramento pretestuoso. La sospensione deliberata dal Consiglio di Istituto è un segnale per indurli a riflettere sul loro comportamento: implica comunque l’obbligo di frequenza», ribatte la preside del liceo artistico, Emilia Ametrano. «Quel lunedì del 13 dicembre la caldaia non funzionava, il vicepreside si è subito attivato chiamando i tecnici di Città Metropolitana che in due ore hanno risolto il guasto. L’acqua calda però ha raggiunto i termosifoni al quarto piano solo nel primo pomeriggio». 

Le temperature polari al mattino in classe avrebbero spinto alcuni ragazzi e ragazze a protestare nell’atrio: «Parliamo di 65 alunni su 950, quasi tutti delle classi prime e seconde che forse volevano provare per la prima volta l’ebbrezza della rivolta. Persino i rappresentanti di istituto hanno preso distanza da loro, tornando in classe. Poiché quei ragazzi minacciavano l’occupazione, nonostante i tecnici fossero già al lavoro, abbiamo dovuto chiamare i carabinieri. Quando sono arrivati gli uomini dell’Arma, quasi tutti gli studenti sono tornati in aula tranne cinque che sono rimasti nell’atrio insultando docenti e forze dell’ordine».

«Sarebbe bastata un’evacuazione per risolvere la situazione», scrive il collettivo del liceo in zona Ticinese ma per la dirigente la soluzione era impraticabile. «È una misura che si attua solo in situazione di vero pericolo perché bisogna allertare tutti i genitori. Abbiamo evacuato l’istituto qualche anno fa quando scoppiò l’incendio nei sotterranei del contiguo istituto Cattaneo: non possiamo farlo se si rompe un riscaldamento». A protestare contro il freddo ieri anche i liceali del classico Beccaria nelle cui aule secondo Serena Molinari, rappresentante d’istituto, si è registrata «una temperatura di 15 e 13 gradi. Non è la prima volta che succede. La risposta da parte della dirigenza è stata che il problema non risiede nella caldaia ma nel tenere le finestre aperte per arieggiare l’aria. Vogliamo poter far lezione in aule sicure». 

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