Regione Lombardia taglia i fondi alla disabilità, l’ira delle associazioni: “Non si risparmia sulla nostra pelle”

Seconda manifestazione in due mesi. Nel mirino i tagli dell’amministrazione su alcuni contributi alle famiglie delle persone con gravi disabilità. Le opposizioni abbandonano la seduta del Consiglio: "Inaccettabile ignorare l’appello dei lombardi"

La protesta davanti a Regione Lombardia

La protesta davanti a Regione Lombardia

MILANO – Almeno tre dati di fatto restituiscono la straordinarietà della mobilitazione delle associazioni della disabilità in corso in Lombardia. Il primo: le associazioni non scendevano in piazza da 12 anni. Negli ultimi due mesi lo hanno fatto due volte: il 23 marzo in piazza Città di Lombardia e ieri in piazza Duca d’Aosta. Secondo: tra quelle scese in piazza ieri ci sono associazioni solitamente restie alle proteste eclatanti, come Anffas e la stessa Ledha, una delle promotrici dell’iniziativa insieme a Fand. Terzo dato di fatto: la protesta ha unito le associazioni famigliari, già promotrici del presidio del 23 marzo, e quelle storicamente più coinvolte dalla Regione ai tavoli istituzionali. Tre indizi che sembrano fare una prova: la posta in gioco è alta per chi tutti i giorni convive con la disabilità. Dall’una all’altra piazza la stessa grande partecipazione. E le stesse motivazioni. Le associazioni chiedono alla Regione di reperire i 10 milioni di euro necessari ad azzerare i tagli ad alcuni dei contributi destinati alle famiglie delle persone con gravissima disabilità, tagli che scatteranno da giugno; chiedono interventi per scongiurare le liste d’attesa per l’accesso alla misura B1, proprio quella rivolta alla gravissima disabilità; chiedono che il potenziamento dell’assistenza domiciliare, oggi inadeguata, non avvenga a scapito dei contributi alle famiglie e della loro libertà di scelta. Chiedono certezze al di là del 2024.

Una giornata riuscita: più di mille presenti, oltre 200 le associazioni che hanno sottoscritto la nostra piattaforma e in piazza è venuto anche chi gestisce i servizi come Anffas – commenta Alessandro Manfredi, presidente di Ledha –. Le persone con disabilità sono rimaste in silenzio per anni, ma questo non ha fiaccato il mondo associativo. A Regione Lombardia chiediamo di stanziare 10 milioni di euro – somma che può tranquillamente essere reperita – per evitare i tagli ai caregiver famigliari e impedire che ci siano liste d’attesa per le persone con gravissima disabilità che quest’anno faranno richiesta della B1, persone che non dovranno essere costrette ad aspettare che qualcuno ceda il proprio posto, quindi muoia, per accedere alla misura". "Siamo qui per dar seguito alla manifestazione del 23 marzo – spiega Fortunato Nicoletti, coordinatore del “Comitato Caregiver Famigliari B1B2 affondate“ –. Oltre allo stanziamento di 10 milioni per tornare alla normalità, chiediamo garanzie per i prossimi anni: c’è un piano nazionale sul quale la Regione non ha alcun pensiero. I servizi devono essere implementati a gradualmente senza pregiudicare la libertà delle famiglie di scegliere tra contributi e assistenza diretta come da Convenzioni Onu". "Basta decisioni e basta tagli decisi in maniera autoreferenziale dalla Regione e dal Governo sulla pelle delle persone con disabilità ignorando le nostre richieste di confronto" insorge Luca Manna, vicepresidente dell’Associazione Famigliari dei Centri Diurni Disabili (CDD) milanesi.

A sostenere la protesta Cgil, Cisl e Uil, oltre all’Associazione Luca Coscioni di Marco Cappato, ai sindaci e agli assessori dei Comuni di Milano, Legnano, Paderno Dugnano, Trezzano sul Naviglio, Cernusco e Gorgonzola, e ai consiglieri regionali di Pd, Movimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva, Patto Civico e Alleanza Verdi Sinistra: tutti, nel pomeriggio, hanno abbandonato la seduta di Consiglio regionale per protestare contro "il disinteresse della Giunta nei confronti delle persone con disabilità". "A che serve fare politica se non si è capaci di trovare 10 milioni di euro, pari allo 0,03% del Bilancio regionale, per sostenere le persone più fragili?" ha tuonato Davide Casati (Pd) IN piazza. Michela Palestra (Patto Civico) ha elencato le mozioni presentate dalle opposizioni, e respinte dalla maggioranza, per ridurre i tagli e potenziare i servizi con tempi coerenti allo stato attuale degli stessi. Nicola Di Marco (M5S) chiede "le dimissioni dell’assessore regionale alla Disabilità, Elena Lucchini".

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