Proteggere la privacy dei minori

Ruben

Razzante*

Con il suono della prima campanella e la ripresa delle attività didattiche in presenza si pongono alcuni problemi di tutela della privacy, amplificati dall’utilizzo sempre più esteso degli strumenti della Rete. Il Garante della privacy si è speso moltissimo per definire un insieme di regole fondamentali per il corretto trattamento dei dati in ambito scolastico. Anche i singoli istituti, con circolari ad uso interno, hanno disciplinato specifici aspetti delle attività formative. L’eccesso più ricorrente riguarda la pubblicazione su canali web e social di fotografie, file audio e video, registrazioni e altri dati personali riguardanti studenti minorenni impegnati in attività didattiche. Quella pubblicazione è da considerarsi illecita se non è stato prima acquisito il consenso degli interessati. In altre parole, se i minori immortalati in quei materiali fotografici o nei filmati non ne autorizzano la diffusione, non è possibile condividerli con soggetti terzi. Un conto è scattare foto o girare video con un cellulare durante una gara sportiva, una gita, una festa di classe per finalità puramente conservative, cioè per trattenere un ricordo di quei bei momenti, altra cosa è diffondere il tutto in Rete. Cautela rafforzata meritano poi le informazioni sulle condizioni di salute o di disagio anche materiale di alcuni studenti. Se, ad esempio, uno studente ha sostenuto prove differenziate a causa di Disturbi specifici di apprendimento (Dsa), questo particolare non deve comparire nei cartelloni con i voti di scrutini ed esami. I protagonisti di episodi di bullismo non devono essere resi identificabili nelle comunicazioni al pubblico. Protezione massima anche per le informazioni sui ritardi nel pagamento della retta o del servizio mensa o su eventuali esenzioni accordate a studenti appartenenti a famiglie povere. Tutto deve rimanere confinato nelle comunicazioni personalizzate.

* Docente di Diritto dell’informazione

all’Università Cattolica

di Milano