ANDREA GIANNI
Cronaca

Ucciso con un pugno, processo virtuale e sentenza via email: primi casi a Milano dopo la riforma. “Così la giustizia è più veloce”

Appello basato solo sulle carte, senza presenza in aula, anche per il reato di omicidio. Tra i procedimenti pilota quello con al centro una lite finita in tragedia: pena ridotta a 7 anni e 8 mesi

Francesco Costa

Francesco Costa

I casi, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano, si contano ancora sulle dita di una mano. Uno dei primi processi per il reato di omicidio celebrati con rito cartolare, cioè senza la presenza in aula delle parti ma basandosi solo su atti e argomentazioni scritte, è andato in scena nei giorni scorsi, quando i giudici sono stati chiamati a decidere sul ricorso presentato dai difensori del 56enne Michele La Mura, che l’8 gennaio 2022 colpì con un pugno un uomo, Francesco Costa, dopo una banale lite fuori dal bar Annina a Saronno (Varese), gestito da La Mura e dai familiari.

Una botta fatale per Costa, che morì dopo 2 giorni in agonia in ospedale. E La Mura è finito alla sbarra per omicidio preterintenzionale. Il primo g rado, davanti al gup di Busto Arsizio, si concluso a novembre dell’anno scorso con la condanna a 11 anni di carcere grazie al rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena. Il processo di secondo grado si è svolto invece a Milano seguendo l’inedita forma cartolare introdotta dalla riforma Cartabia con l’obiettivo di accorciare i tempi della giustizia. Un rito che sta prendendo piede anche nei processi di secondo grado con al centro i reati più gravi come quello di omicidio, celebrati davanti alla Corte d’Assise d’Appello, mandando in pensione (nei casi meno controversi) consuetudini e tradizioni, dalle lunghe arringhe in aula alle attese per la lettura della sentenza. La trattazione avviene in forma “virtuale“, senza la presenza in aula delle parti neanche in collegamento video, basandosi sulle argomentazioni scritte depositate per via telematica dai difensori e dalla Procura generale.

La sentenza, poi, viene notificata una volta terminata la Camera di consiglio. Nel caso dell’omicidio preterintenzionale di Saronno, il processo si è concluso con una riduzione della pena: da 11 anni in primo grado a 7 anni e 8 mesi di reclusione, grazie all’esclusione della recidiva. Michele La Mura al momento è in libertà, in attesa che la sentenza diventi definitiva. Dall’entrata in vigore della riforma della giustizia sarebbe la terza volta che si fa ricorso a questo rito davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano.

«Per noi penalisti il rito cartolare è una novità – spiega l’avvocato Federico Chieppa, difensore di La Mura con la collega Priscilla Maione –. A mio avviso gli effetti sono positivi perché in casi come questo, quando non sono necessari ulteriori approfondimenti, perizie o l’audizione di testimoni, il processo risulta più veloce, basandosi su atti già acquisiti". Una forma (l’imputato ha la facoltà di opporsi e chiedere che il processo venga celebrato in presenza) che non comporta benefici per l’imputato o sconti di pena, previsti invece per chi rinuncia al ricorso in appello. Cambiamenti nel mondo della giustizia iniziati durante la pandemia, quando le udienze sono state celebrate in collegamento video per evitare affollamenti nelle aule, e confermati dalla riforma Cartabia, con la trattazione scritta delle udienze penali.