Processo strage Pioltello: "Guasto segnalato 8 mesi prima, ci dissero di andare in ferie"

In aula i tecnici di Rfi: "Inviai ai superiori un elenco di segnalazioni urgenti, mai avuto risposta". Sotto accusa i ritardi nella sostituzione di un giunto spezzato. "Sarebbero bastate 3 ore di lavoro"

La terribile scena dell'incidente

La terribile scena dell'incidente

Milano - La prima segnalazione, sulla necessità di sostituire il giunto in pessimo stato, è stata fatta a voce, a maggio 2017. E nessuno si è mosso. "Ad agosto 2017 ho preso l’iniziativa di mandare ai miei superiori un elenco di attività urgenti da fare su quella tratta – ha spiegato in aula Francesco Raffo, dal 2003 capo tecnico dell’unità di manutenzione Rfi sulla tratta Pioltello/Romano di Lombardia – e non ho mai ricevuto risposta. Mi dicevano di stare tranquillo. A ottobre 2017 abbiamo fatto un sopralluogo con un’impresa, ma non è successo nulla". Un altro dipendente Rfi in servizio sulla linea ha riferito durante l’udienza di ieri di aver saputo "già dalla primavera del 2017 che quel giunto andava sostituito. Ad agosto siamo andati in ferie tranquilli perché sapevamo che a settembre sarebbero venuti a mettere a posto tutto. Quando abbiamo riscontrato che non erano venuti ci siamo preoccupati. Non abbiamo ricevuto raccomandazioni speciali per il controllo del giunto nei mesi invernali", ha sottolineato il tecnico Donnarumma.

Allarmi inascoltati

È la cronaca degli allarmi ignorati lanciati dagli addetti alla manutenzione che per mesi hanno tenuto sotto osservazione, sollecitando e attendendo invano un intervento, quel giunto in cattivo stato sopra il quale si ruppe uno spezzone di rotaia, provocando il disastro ferroviario di Pioltello. La mattina del 25 gennaio 2018, a causa del deragliamento del treno partito da Cremona e diretto alla stazione di Milano Porta Garibaldi, morirono tre persone – Ida Milesi, Alessandra Giuseppina Pirri, e Pierangela Tadini – e un centinaio rimasero ferite. Sono terminate ieri le testimonianze degli addetti alla manutenzione, ascoltati nel processo di primo grado che si trascinerà ancora per altri mesi a carico di nove imputati tra cui figurano, oltre a Rete ferroviaria italiana, anche responsabile civile, l’ex ad Maurizio Gentile e altri ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi, società responsabile delle infrastrutture ferroviarie. Il deragliamento, stando alle indagini dei pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, avvenne a causa della rottura di uno spezzone di rotaia di 23 centimetri sopra quel giunto in pessime condizioni.

Una sequela di ritardi

L’operazione per sostituirlo è relativamente semplice, si può concludere "in circa tre ore e mezza di lavoro" con l’interruzione del traffico sulla linea. Ma per ritardi, lungaggini protratte per mesi e carenza di personale, non è mai stata fatta. "Per cambiare un giunto ci vogliono almeno sei o otto persone – ha riferito Raffo – non potevamo farlo noi". Le unità "sono state potenziate" solo dopo l’incidente del 2018. "Da maggio 2017 a gennaio 2018 le condizioni del giunto sono peggiorate – ha riferito Raffo – all’inizio si rincalzava e finiva lì. Ho sollecitato più volte Salvatore (Ernesto Salvatore, il responsabile del nucleo manutentivo, già uscito dal processo con un patteggiamento a quattro anni, ndr) ma non sono stato ascoltato. La necessità della sostituzione dipendeva dall’invecchiamento – ha proseguito – rincalzare non era più sufficiente".

Intanto sono trascorse le settimane e poi i mesi, fino ad arrivare all’inverno. "È stata programmata la sostituzione ma senza prevedere alcuna data", ha detto Raffo in aula nelle scorse udienze. E a gennaio è comparsa anche la famosa “zeppa“ di legno, infilata sotto i binari. "Era un rimedio tampone per i giunti ammalorati – ha spiegato in aula un tecnico – un intervento di mestiere per dare supporto al giunto. Ora non le stiamo più mettendo, dopo quello che è successo nessuno si sogna più di metterle". Intanto nei pressi dei binari erano stati portati i giunti nuovi, per sostituire quelli danneggiati.

Appuntamento con la tragedia

"Prima di Natale ci avevano detto di portare i giunti sul posto – ha aggiunto ieri il tecnico Donnarumma – li abbiamo portati di notte con un caricatore. Abbiamo fatto un controllo visivo, non c’era nulla che potesse far pensare che quel giunto si sarebbe rotto dall’oggi al domani". Un passaggio che faceva pensare a un intervento imminente. Messo in cantiere, però, quando ormai era troppo tardi, dopo mesi di inerzia. E il deragliamento del treno ha fatto venire alla luce tutte le falle e le carenze nella manutenzione.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro