
Razzante Celebrare la privacy quale diritto fondamentale delle persone non dovrebbe essere un gesto episodico ma un’attività costante. In...
Razzante
Celebrare la privacy quale diritto fondamentale delle persone non dovrebbe essere un gesto episodico ma un’attività costante. In realtà si tratta di un valore spesso trascurato e sottovalutato soprattutto tra i giovani, che coltivano poco la riservatezza e mettono spessissimo a disposizione di un pubblico illimitato le proprie informazioni personali senza interrogarsi sulle conseguenze di questa scelta. Ecco perché assume una rilevanza particolare la ricorrenza di oggi, vale a dire la Giornata mondiale della protezione dei dati, che ci offre l’occasione per riflettere sull’importanza di condividere con accuratezza le nostre informazioni in Rete, onde evitare di perderne il controllo.
L’Osservatorio della Fondazione per la sostenibilità digitale ha elaborato il Rapporto "Privacy e sicurezza", dal quale emerge che nelle città si presta maggiore attenzione alla privacy, mentre nei piccoli centri, a causa di un digital divide culturale e di una minore consapevolezza dei rischi, la questione appare meno sentita. L’indagine rivela che un italiano su quattro (25%) ritiene indispensabile ripensare la privacy nell’era digitale e che solo il 24% degli italiani presta attenzione alla privacy altrui quando pubblica contenuti online.
I cittadini digitalizzati e sensibili alla sostenibilità mostrano maggiore fiducia nel cambiamento (36% convinti contro 16% scettici), confermando che competenze digitali e sensibilità verso la sostenibilità favoriscono una visione positiva. I social network come Facebook, Google, TikTok e Snapchat sono percepiti da molti italiani come strumenti con un potere eccessivo nel condizionare i comportamenti. Complessivamente, il 52% degli intervistati ritiene che questa influenza sia significativa, il 23% la considera molto elevata, mentre il 25% la giudica irrilevante.
Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano