MILANO
Tenuto conto "della gravità" dei fatti, della "esistenza dell’aggravante della crudeltà per l’omicidio e della connessione con l’ulteriore grave reato del tentativo di strage", la concessione delle attenuanti generiche prevalenti è stata "già del tutto benevola da parte del primo giudice". Lo scrive la Corte d’Assise d’appello nelle motivazioni della sentenza che ha confermato la condanna a 18 anni per Cristian Losso, ex bancario di 43 anni che il 20 luglio 2020 uccise con decine di coltellate Alves Rabacchi, transessuale ed escort brasiliana, in via Plana. Per il 43enne, difeso dal legale Davide Montani e che aveva anche aperto il gas nell’appartamento di Rabacchi prima di andarsene, la Procura in primo grado aveva chiesto l’ergastolo, ma poi non ha fatto appello.
I giudici di secondo grado, dunque, non avrebbero potuto comunque aumentare la pena e si sono espressi soltanto sulle impugnazioni della difesa. E nella parte in cui hanno deciso di non concedere le attenuanti generiche nella "loro massima estensione" chiariscono che già la sentenza di fine maggio scorso era stata "benevola".Tra l’altro, l’uomo aveva infierito sul corpo procurando "almeno 147 lesioni". La Corte, nel motivare il verdetto di primo grado, aveva scritto che gli erano state concesse le attenuanti perché aveva tenuto "conto" del fatto che "all’origine del gesto dell’imputato vi era stato un ricatto della vittima", che gli avrebbe chiesto soldi per non divulgare video e foto. Il collegio di secondo grado (presidente Ivana Caputo) chiarisce che sono state anche valutate "le condizioni psicofisiche dell’imputato" per le "difficili condizioni di vita". Abusava pure di cocaina e alcol. Quella inflitta, per la Corte, è una pena "mite e del tutto congrua, anche con riferimento alle prospettive di rieducazione dell’imputato".