Prima della Scala, le proteste in piazza: dai lavoratori fino alla Palestina e all’Ucraina

In attesa dell’inizio dello spettacolo, la piazza si presenta ‘colorata’ dalle bandiere più diverse

Milano, 7 dicembre 2023 – Come da tradizione, insieme alla Prima della Scala – in scena il ‘Don Carlo’ di Giuseppe Verdi fuori dal teatro c’è chi protesta. Piazza della Scala si presenta “colorata” dalle bandiere più diverse: sventolano quelle della Cub, la Confederazione unitaria di base, accanto ai colori della Palestina e alla comunità ucraina. In piazza sono scesi anche movimenti per il diritto alla casa e i lavoratori dello spettacolo.

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Cub: “Il governo colpisce lavoratori e ultimi”

“Siamo qui per ricordare ai politici e ai potenti che parteciperanno alla Prima le problematiche di chi lavora, perché non le conoscono” ha detto il segretario della Cub, Mattia Scolari. “Abbiamo un Governo che invece che adottare dei provvedimenti in favore di chi soffre sta colpendo gli ultimi, i più deboli, cancellando il reddito di cittadinanza, liberalizzando i contratti a termine, e che si schiera contro l’introduzione del salario minimo. Quindi un Governo che si schiera a favore coloro che parteciperanno alla Prima”, ha spiegato il sindacalista. Tra i motivi della protesta c’è la volontà di “mettere sotto accusa le misure dell’attuale Governo e soprattutto per lanciare un grido di allarme perché nell’attuale finanziaria è prevista una norma che andrà a peggiorare il trattamento pensionistico per i dipendenti pubblici, un tentativo sperimentale che toccherà 700mila lavoratori con cui il Governo sta facendo una sperimentazione per estenderla ai lavoratori di altri settori”. Alcune persone tra i manifestanti indossano una maschera a simboleggiare gli invisibili del pubblico impiego. Presenti anche alcuni esponenti di Rifondazione Comunista con uno striscione sul diritto all’abitare e alcuni esponenti di centri sociali.

I lavoratori dello spettacolo: “Figli di un dio minore”

I lavoratori dello spettacolo, invece, chiedono un'indennità di discontinuità, scontenti di come è stata attuata la legge delega che riguarda il settore. “Il decreto attuativo ne ha snaturato i principi. I parametri introdotti trasformano l'indennità in un ennesimo bonus, che non è un sostegno per chi è davvero un lavoratore discontinuo”, spiega Nicoletta Daino, della Slc Cgil Milano e Lombardia. 

Ed Elisabetta Piccolotti dell'Alleanza Verdi Sinistra su Facebook scrive: “Come molti lavoratori hanno denunciato, a fronte di un utile di 700mila euro, la Scala costringe i lavoratori, spesso giovani, a condizioni di lavoro inaccettabili e all'estrema precarietà con contratti a chiamata di pochi mesi. Un fatto tanto più grave vista la partecipazione pubblica al bilancio del Teatro”.

“I lavoratori dello spettacolo, d'altra parte, – prosegue la parlamentare rossoverde della commissione cultura di Montecitorio – vengono considerati come figli di un dio minore, basti pensare al governo Meloni che ha tradito le loro speranze trasformando l'indennità di intermittenza varata nella scorsa legislatura con un misero bonus che interesserà 20mila lavoratori su 500mila. Senza le maschere - conclude Piccolotti - non c'è Prima, senza lavoratori non c'è arte”.

Le bandiere della Palestina

In piazza sventolano anche bandiere della Palestina. Si tratta dell'iniziativa di un gruppo di persone, per esprimere “solidarietà a un popolo che stanno massacrando. È un genocidio quotidiano”.

Prima della Scala, protesta Palestina
Prima della Scala, protesta Palestina

La comunità ucraina

Non mancano neppure le proteste della comunità ucraina. Se nel 2022 il problema era la scelta del 'Boris Godunov' per inaugurare la stagione scaligera, quest'anno il bersaglio delle proteste è la soprano Anna Netrebko, che nel 'Don Carlo' interpreterà Elisabetta Di Valois.

Protesta Ucraina alla Prima della Scala
Protesta Ucraina alla Prima della Scala

L'artista '”è sempre stata molto legata al regime di Putin, di cui è una propagandista” si lamenta da piazza della Scala l'attivista ucraina Valeriya Kalchenko, scesa con cartelli contro la “terro-Russia” e la Netrebko, che “non si è mai espressa contro la guerra ed è collegata al regime di Putin. Da altri teatri con l'inizio della guerra è stata cacciata, in Italia invece viene accolta a braccia aperte. È inaccettabile'”, denuncia.