
Le difficoltà del personale, la chiusura e il depotenziamento dei servizi, il caso del reparto di psichiatria chiuso ormai da oltre cinque mesi, "un gravissimo disservizio per il territorio in un settore particolarmente delicato e sensibile": assemblea presidio ieri all’ospedale Santa Maria delle Stelle, organizzata dalle rsu al rinnovo in aprile. I manifestanti hanno presidiato il viale d’accesso all’ospedale melzese per tutta la mattina. Nel corso dell’assemblea interventi al microfono e distribuzione di volantini a denunciare una situazione "che non riguarda certo solo questo ospedale ma l’intera azienda. E che preoccupa fortemente". La questione psichiatria è emblematica. Il reparto è stato chiuso in settembre per carenza di personale medico. Due medici sono stati reclutati con un concorso in ottobre, non ha invece avuto alcun esito l’istanza di utilizzo graduatorie concorsuali in altre aziende. Si guarda con speranza a un nuovo concorso in scadenza il 7 marzo. "Inoltre – dicono i sindacati – la situazione sembra addirittura poter peggiorare, con le dimissioni prossime di altri specialisti psichiatri e la possibile chiusura di alcuni servizi del dipartimento di salute mentale e delle dipendenze". L’invito all’azienda: "Non è più tempo di incertezza: sono necessarie azioni concrete di soluzione dei problemi e rilancio a partire dalla riapertura dei servizi attualmente chiusi". Al microfono fra gli altri i dirigenti sindacali Cisl Pinuccia Dossi e Domenico Lovisi, Mina Savoia rsu Fials e per Cgil Antonio Bagnaschi. "Siamo preoccupati – dice Dossi – per una situazione che ha come unico esito il costante esodo dei pazienti verso le strutture private. E non è accettabile: essere curati è un diritto sancito dalla Costituzione". Così Bagnaschi: "A Melzo è successo qualche cosa che non si può considerare normale. Un reparto che chiude perché mancano medici e infermieri. Ci rivolgiamo alle istituzioni: riforma e Pnrr veicoleranno risorse. Si faccia qualche cosa".
Monica Autunno