Presentati in sala Tre cortometraggi raccontano le paure dei ragazzi

Dai disagi vissuti durante il Covid all’ansia per la guerra

Migration

di Laura Lana

"Prima non dormivo per il Covid, ora perché ho paura della guerra". "Dalla pandemia ho più difficoltà a concentrarmi". "Non riesco più a separarmi dal cellulare e lo guardo molto di più". "Anche se una parola da grandi, credo di aver sofferto di depressione". Sono solo alcune delle confessioni che un gruppo di studenti fa davanti alla telecamera sul finale del cortometraggio Il futuro ci appartiene. Scritto e realizzato dai ragazzi della classe 2A della media Marelli dei Salesiani e girato da Filippo Grilli, il lavoro ripercorre le tappe principali della pandemia tra didattica a distanza, lockdown, difficoltà familiari e scolastiche (lo sconforto per la gita di fine anno annullata, ma anche i litigi con i genitori). Il corto mette anche in evidenza quanto i più giovani siano stati dimenticati dalle istituzioni. Due fughe organizzano gli alunni: la prima per giocare a calcio, beccati da un vigile, la seconda, più "strutturata", per tornare a scuola. I carabinieri li portano in caserma, l’impresa finisce al tg, ma interviene il Presidente della Repubblica a disporre il rilascio e a promettere maggiore attenzione ai giovani. "Un corto che aiuta a ripercorrere quei terribili mesi da un punto di vista diverso, forse sconosciuto ai più", così lo definisce il Cinema Rondinella che l’altra sera lo ha proiettato con altri due.

"Continuate a guardarvi attorno, a vedere film e a scrivere", ha incoraggiato i ragazzi Gianluca Casadei, gestore della sala d’essai. Pace attraverso i sensi è l’opera scritta e creata dalla classe 4ES del liceo scientifico Casiraghi: il corto nasce come una riflessione sull’importanza del ricordo e della memoria e il risultato è un percorso alla ricerca della pace, che per essere conseguita, porta il protagonista davanti agli echi di una guerra passata, attraversando il Parco Nord e finendo dentro i bunker antiaerei dell’ex Breda. C’è poi Stringhe, scritto e realizzato dagli operatori e dai ragazzi del centro diurno disabili La Nostra Famiglia di Como. Due ragazzi in giro con una scarpa slacciata: le persone reagiscono in modo differente, ma nessuno li guarda negli occhi.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro