"Prendo 1,25 euro a scarpa". I verbali degli operai in nero

Ispezioni dei carabinieri nei capannoni-dormitorio tra Milano, Pavia e Monza. Pagamento a cottimo, niente contributi e 17 brande in una stanzetta al buio.

"Prendo 1,25 euro a scarpa". I verbali degli operai in nero

"Prendo 1,25 euro a scarpa". I verbali degli operai in nero

Il 7 novembre 2023, i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro entrano nella sede della ditta individuale Dong Daxue di Villanova d’Ardenghi, in provincia di Pavia. A quel laboratorio sono arrivati dopo aver visionato, tramite Agenzia delle Entrate, le fatture del Calzaturificio Ester, che ha un contratto con Alviero Martini spa per la produzione di scarpe della linea "Prima Classe" (29.444 calzature realizzate nei primi otto mesi dello scorso anno): dai controlli è emersa "l’esistenza di fornitori a conduzione cinese" legati a doppio filo alla srl di Garlasco (e dunque, stando alle indagini, non autorizzati dalla Alviero Martini spa  e/o ingaggiati all’insaputa della società).

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Uno di questi è proprio Dong Daxue, che quel giorno di due mesi fa viene identificato insieme a quattro lavoratori connazionali, assunti con contratto a tempo indeterminato part time a 4 ore giornaliere come stiratore di tomaie. "Vengo pagato 1,25 euro a tomaia, quindi 2,50 a coppia... durante la settimana dormo sopra la ditta al piano primo, presso locali adibiti a dormitorio... in una giornata lavorativa produco circa 20 paia di scarpe... percepisco un bonifico mensile di circa 600 euro che ci paga il titolare... non sono mai stato visitato da nessun medico del lavoro, non mi sono mai stati forniti Dpi, non ho mai effettuato corsi di formazione", mette a verbale uno dei dipendenti. Le verifiche nelle banche dati di Inps e Inail accerteranno il mancato versamento dei contributi previdenziali e assicurativi. E poi ci sono le violazioni alle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (colle e solventi di fianco a fili elettrici scoperti, materiale infiammabile mal custodito, promiscuità tra ambienti lavorativi e abitativi) che porteranno alla chiusura dell’attività. Senza contare le anomalie nelle curve di carico elettriche e il fondato sospetto che gli operai lavorassero soprattutto di notte, così da "evitare – il ragionamento dei pm – i controlli da parte degli organi di vigilanza, che nella maggioranza dei casi avvengono nei giorni e negli orari canonici dalle 8 alle 17".

Le ispezioni dei militari hanno avuto inizio tra 2016 e 2017: in quel periodo sono finite nel mirino due ditte individuali di confezionamento di cinture per conto terzi con sedi a Caponago e Grezzago, a cui, secondo l’inchiesta, si rivolgeva un’altra società appaltatrice di Alviero Martini spa, la Minoronzoni srl di Ponte San Pietro. Identikit dei dipendenti presenti: 36 cinesi, di cui 28 in nero. Descrizione dei luoghi: mensa e dormitorio in due stanzette senza aria né luce naturale, con 17 brande fatiscenti una accanto all’altra. "La vicenda fotografata dalle indagini relativa alle quattro ditte cinesi – scrivono i giudici nel provvedimento di commissariamento – è in verità un campanello d’allarme sintomatico di una più estesa e diffusa organizzazione della produzione". Detto altrimenti: "Non si tratta di fatti episodici o limitate a singole partite di prodotti, ma di un sistema di produzione generalizzato e consolidato".

Nicola Palma