Poste italiane, cambia l’appalto. In dodici ora rischiano il posto

A Peschiera Borromeo, 12 lavoratori sono in attesa di essere riassorbiti dopo un cambio d'appalto al centro meccanizzato postale. Il sindacato Sol Cobas protesta per garantire condizioni contrattuali adeguate. Restano criticità legate alla mancanza di stipendio e ai livelli salariali del settore.

Con un cambio d’appalto, 12 lavoratori sono come precipitati in un limbo. Succede al centro meccanizzato postale di Peschiera Borromeo, il più grande della Lombardia, dove un gruppo di corrieri aspetta di essere riassorbito dal nuovo operatore che ha preso in carico i servizi di trasporto, ossia la consegna della corrispondenza dalla sede di via Archimede, nella frazione di Linate, ai centri di recapito dentro e fuori la regione. Da una settimana i lavoratori sono inattivi, in attesa che si chiuda il passaggio dalla precedente alla nuova azienda. Quest’ultima, nell’ambito di un primo incontro, "si è rifiutata di assumere i 12 corrieri in quanto, a suo dire, le ore contrattualizzate da Poste, rispetto all’appalto vinto, non sono sufficienti a garantire le stesse condizioni contrattuali pre-esistenti. In altre parole, si renderebbe necessaria una riduzione dell’orario di lavoro. Una condizione che sarebbe evidentemente penalizzante", riferisce Fabio Zerbini, fondatore del Sol Cobas, il sindacato che ieri ha organizzato un sit-in di protesta davanti alla sede di via Archimede. Dopo una prima impasse, ora le trattative si sono riaperte, giovedì è i programma un incontro che potrebbe rivelarsi decisivo. "La richiesta riguarda la conservazione di tutti i posti di lavoro, senza penalizzazioni – prosegue Zerbini –. A Poste si chiede di farsi garante degli obblighi sottesi ai contratti di appalto". In attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda, i lavoratori – più di uno con carichi familiari – restano col fiato sospeso.

Anche qualora dovesse esserci un lieto fine, a detta del sindacato restano alcuni elementi di criticità. "I lavoratori sono stati avvisati del cambio di appalto solo all’ultimo momento e, nel passaggio da un soggetto all’altro, rischiano di rimanere per due settimane senza stipendio – rimarca il fondatore del Sol Cobas –. Inoltre, il Contratto nazionale che regola il settore, ‘Servizi postali in appalto’, andrebbe rivisto perché prevede livelli salariali pessimi e un’enorme quantità di tempi morti tra un servizio e l’altro".

Alessandra Zanardi