MARIO CONSANI
Cronaca

La posta? Finiva in strada. Subappalti sotto inchiesta

Sacchi di lettere abbandonati la scorsa estate su un marciapiede a Pioltello. Ancora non si è capito a chi contestare il reato di “abbandono di corrispondenza”

Sulla vicenda hanno indagato gli agenti della Polizia locale di Milano

Milano, 8 dicembre 2020 -  Pacchi di corrispondenza abbandonati per terra. Ma quello non era un ufficio postale, era il marciapiede di una strada. Una donna residente nella palazzina adiacente chiamò i vigili e cominciò così, in piena estate, il complicato viaggio a ritroso per scoprire chi avesse affidato a un marciapiede tutta quella posta. Una decina di lettere, fra l’altro, erano indirizzate ad alloggi di servizio di ufficiali della Guardia di Finanza.

La prima cosa da fare, decise la polizia locale intervenuta nel luogo dello strano “deposito“ in via Cimarosa a Piotello, hinterland milanese, era capire a chi fosse stata consegnata la corrispondenza. Il timbro era Sailpost, "un brand - si legge nel sito online - consolidato in Italia che conta oltre 140 Agenzie e ulteriori 230 punti, tra sportelli e strutture operative periferiche". Contattato via mail (siamo subito dopo Ferragosto) il responsabile dell’agenzia Milano 1 Sailpost si fece vivo con i vigili e in base ai codici a barre stampigliati sulle buste spiegò che la consegna era in capo alla “Milano 3“. Altra telefonata e il direttore della Sailpost Milano 3, visti i codici postali, riferiva agli agenti che effettivamente la competenza era sua. Ma non era lui che si occupava della distribuzione, il servizio di consegna era stato subappaltato alla Aaron Service di viale Ungheria, sempre a Milano. Il titolare della ditta, un cittadino peruviano, era però in vacanza e lì per lì non sapeva spiegarsi la cosa.

Nel frattempo il direttore di rete della Sailpost preannunciava denuncia contro ogni eventuale postino distratto e gli stessi agenti avevano scoperto, tra la posta abbandonata, fotocopia dei documenti di un altro cittadino peruviano residente proprio di fronte al luogo del ritrovamento delle buste. Lui però, sentito dalla polizia locale, non sapeva spiegarsi il mistero. Mistero che tale rischiava di rimanere se un paio di giorni dopo, rientrato dalle vacanze, il titolare della Aaron non si fosse presentato a spiegare che era proprio lui che ogni mattina andava a prendere la corrispondenza Sailpost in via Casellla e la portava nel “punto posta“ in via Crescenzago. E allora quelle buste abbandonate in via Cimarosa a Pioltello? Beh, mesi prima vista la mole di lavoro aveva assunto due collaboratori. Solo che non era in grado di ricostruire chi dei due avesse in carico la posta andata dispersa. Insomma, a odissea quasi ricostruita, resta da capire a chi ora la Procura (che ha aperto un fascicolo sull’episodio) deciderà di contestare il reato di “abbandono di corrispondenza“. Comunque è probabile, nel caso, che la comunicazione avvenga per posta certificata.