Post-Covid impegnativo nelle Rsa "Si prova a ripartire fra le difficoltà"

Il virus fa meno paura ma è tutt’altro che alle spalle: 25 gli ospiti positivi alla Vergani e Bassi. Il presidente Mantegazza: tutti asintomatici e in buone condizioni, sulle quarte dosi tutto è fermo

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di Monica Autunno

I presidi ancora da indossare, i posti letto da lasciar liberi per eventuali ospiti da isolare, i protocolli per le visite dei familiari, i bilanci da tener d’occhio e il rischio focolai e rescrudescenze del virus fra gli anziani, sempre pendente a mò di mannaia sulla testa: post-covid impegnativo nelle rsa, "si prova a ripartire: ma fra mille difficoltà". Anche perché il virus, anche se fa meno paura, è tutt’altro che alle spalle: in questi giorni tocca alla Vergani e Bassi di Gorgonzola, dove gli ospiti Covid sono in queste settimane la bellezza di 25: "Abbiamo iniziato dopo Pasqua, ed è stato un crescendo: da uno siamo arrivati a 35, ora dieci sono negativizzati. Tutti asintomatici e in buone condizioni - così il presidente della fondazione Vergani e Bassi Ernestino Mantegazza -: però ci sono. E ancora una volta ci troviamo a dover gestire una situazione complessa".

Partiamo proprio da Gorgonzola, 107 letti a regime, oggi 85 ospiti in struttura. La rsa ha un’ala nuova di zecca, inaugurata tre anni fa ma mai formalmente entrata a regime per l’irrompere della pandemia. "Oggi come negli anni passati - ancora Mantegazza - è strategica per l’isolamento. I positivi sono tutti sistemati in camere singole e non hanno contatto con gli altri ospiti. Certo il fatto che molti anziani, laddove in struttura ancora straripiamo di protocolli, siano portati a casa la domenica, non ha aiutato". Venti posti letto occupati in meno nel post pandemia pesano anche sui bilanci: "Senz’altro. Ma diciamo che ci siamo mossi bene in passato, e siamo riusciti a chiudere l’ultimo bilancio in positivo, sebbene solo di 27mila euro, e non toccare sostanzialmente le rette". Le quarte dosi? "E chi lo sa. Era arrivato l’invito ad aderire da Ats, ma si è fermato tutto lì. Attendiamo notizie". Nessun positivo ad oggi, ma numeri di bilancio di ben altro tenore in un’altra rsa di zona gestita da Fondazione, la Marchesi di Inzago. Risale solo a pochi giorni fa la presentazione del programma di mandato del nuovo consiglio di gestione, presieduto dall’avvocata Marta Mura. Conti in rosso, o quasi: "L’epidemia covid 19 e il rispetto delle normative sono state un fattore di perdita importante. Abbiamo speso circa 100mila euro contro un ristoro che ammontava a 30mila. In generale, in questa fase, perdiamo 200mila euro l’anno". Molti fattori. In relazione alla pandemia fattore chiave liberi per eventuali isolamenti, che limita le possibilità d’ingresso di nuovi ospiti.

Nell’immediato l’ente ha provveduto a un ritocco delle rette del 5%. Si sta tentando di recuperare finanziatori perduti, e di acquisirne di nuovi. Ma già si lavora all’ipotesi di una nuova sede, che consenta il salto dai 70 ai 120 posti letto e il potenziamento, anche in termini di spazi, delle attività ambulatoriali aperte al territorio.

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