Porto d’armi a Milano: licenze e vendite in calo

"Boom di pistole dagli ex arsenali dell’Est"

Una pistola

Una pistola

Milano, 30 marzo 2019 - Un calo costante, dal 2016 al 2018, del numero di licenze di porto d’armi da fuoco per difesa personale rilasciate in provincia di Milano e di Monza-Brianza. Vendite sul mercato interno in calo, secondo gli operatori di un settore che risente piuttosto delle oscillazioni dell’export. E, altra faccia della medaglia, nuovi negozi che aprono a Milano. Nessuna corsa alle pistole a Milano e in Lombardia, mentre è arrivato il via libera alla norma che allarga le maglie della legittima difesa e la Lega mette sul tavolo una proposta di legge per rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma per difesa personale. «Ci sono già parecchie armi in circolazione, noi ne testiamo in media 3.500 ogni giorno e mi sembra che l’acquisto sia già ben disciplinato», spiega Aldo Rebecchi, presidente del Banco nazionale di prova per le armi da fuoco portatili. «La legge sulla legittima difesa non comporterà un aumento nella diffusione di armi - prosegue - almeno nell’immediato non ci saranno conseguenze sul mercato». Dal Banco nazionale di prova, «anagrafe» di fucili, pistole e munizioni, passano tutte le armi prodotte in Italia (quasi tutte in Lombardia, sede della Beretta e di altre storiche aziende), che vengono testate e certificate prima di essere messe in commercio: 750.000 test solo nel 2018 e un trend stabile.

«Il 95% delle armi è destinato all’esportazione e solo il 5% rimane sul mercato interno - prosegue Rebecchi - nell’era Trump abbiamo registrato un calo dell’export negli Usa, mentre la Turchia si sta affermando come Paese produttore». Armi per caccia, sport e difesa personale. C’è poi l’aumento - riscontrato da Rebecchi - della diffusione delle armi “demilitarizzate”, provenienti da arsenali dismessi nell’Est Europa e anche in Cina, importate legalmente e più economiche rispetto al made in Italy, in vendita anche a 100 euro a pezzo. Dati che non comprendono la quota, rilevante, del mercato nero. Secondo gli ultimi dati ufficiali della Prefettura, è comunque in calo il numero di porti d’arma per difesa personale in provincia di Milano e Monza-Brianza dopo il picco del 2016, quando ci furono 1.486 licenze (81 primi rilasci e 1405 rinnovi) e 47 dinieghi. Nel 2017 si sono registrate 1.466 licenze (48 primi rilasci e 1.418 rinnovi) e 34 dinieghi.

L’anno scorso i porti d’arma sono scesi ancora: 1.382 rinnovi e 41 primi rilasci (dimezzati rispetto al 2016), per un totale di 1.423 licenze. E 34 dinieghi in 12 mesi. Maglie strette, e nessun boom di licenze. Dai dati della Camera di Commercio emerge, inoltre, che solo in provincia di Milano nel 2017 il commercio al dettaglio di armi ha portato a ricavi per 725.000 euro. Un territorio preceduto in Lombardia dalle province di Brescia (1.009.000 euro), Mantova (980.000 euro), Bergamo (827.000 euro). I ricavi complessivi in Lombardia tra fabbricazione, riparazione e commercio di armi sono stati di circa 638.209.000 euro nel 2017. E nel Milanese aumentano le imprese del settore, su un territorio dove i numeri sono comunque contenuti: +5% nel 2018 rispetto al 2017, +16.7% nel 2018 rispetto al 2013 in controtendenza rispetto alla Lombardia dove in cinque anni c’è stato un -1.5%. Da 20 imprese nel 2017 a 21 nel 2018: tra queste 11 sono attività commerciali.

 

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