Polizia locale, sciopero il 15 maggio: rischio caos per Stramilano e Milan

Il segretario del Sulpm Vincini: stufi delle parole del Comune. Nel giorno della mobilitazione in programma la mezza maratona e il match a San Siro

Stramilano

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Milano - Il Sulpm rompe gli indugi e va allo scontro col Comune. Ieri il segretario Daniele Vincini, a capo del sindacato più rappresentativo tra i ghisa di piazza Beccaria, ha comunicato al prefetto Renato Saccone e al sindaco Giuseppe Sala di aver indetto lo sciopero della polizia locale per domenica 15 maggio. Non si tratta di una data scelta a caso, perché quel giorno sono in programma due eventi sportivi che richiederanno un imponente spiegamento di ghisa su più turni, in un caso per monitorare le tante strade off limits e nell’altro per gestire la circolazione attorno all’impianto che ospiterà la partita.

Al mattino è in calendario la Stramilano, la storica mezza maratona che tornerà a colorare la città dopo tre anni di assenza causa pandemia con i suoi 21 chilometri (nella versione competitiva) con partenza e arrivo in piazza Castello e un percorso che si snoderà lungo la Cerchia dei Bastioni; nel tardo pomeriggio, alle 18, ci sarà il fischio d’inizio di Milan-Atalanta, match della penultima giornata di Serie A che potrebbe essere decisivo per la corsa scudetto e che quindi potrebbe registrare il sold out al Meazza (circa 80mila spettatori), con tutto quel che ne consegue in termini di traffico in tutta la zona dello stadio.

La mobilitazione arriva a valle di una vertenza iniziata nel 2018 e che negli anni si è arricchita di numerose rivendicazioni su vari argomenti: dai 400 ex sovrintendenti "degradati" per via di una modifica a un regolamento regionale ai 73 che si sono visti tagliare lo stipendio "nonostante un accordo a salario invariato", fino alla strumentazione non adeguata (bombolette spray, cassette di sicurezza, personal computer obsoleti) e alle difficoltà nel reperimento delle uniformi; e ancora, il Sulpm ha chiesto a più riprese la tutela legale per gli agenti in servizio e la riformulazione dell’accordo che oggi alimenta la previdenza complementare con gli incassi delle multe. Le parti si sono ritrovate al tavolo della trattativa il 28 marzo a Palazzo Diotti: durante quella riunione, la delegazione di piazza Scala ha ricordato il piano di rafforzamento che porterà il numero di operatori a quota 3.350 nel 2025, con un incremento di 538 unità in organico e rassicurato gli interlocutori sia sulla questione dei 400 "degradati" (una delibera di Consiglio) sia sul vestiario (una gara-ponte da 200mila euro in attesa del bando europeo da 5 milioni).

Il confronto si è concluso con un nulla di fatto, tanto che il sindacato ha confermato lo stato di agitazione. Ora lo sciopero: "Il tempo delle parole è finito, è arrivato il momento dei fatti – taglia corto Vincini –. Siamo pronti a tornare sui nostri passi nel caso dovessero arrivare segnali chiari dal Comune, ma finora ciò non è avvenuto: noi abbiamo presentato proposte che non prevedono aumenti di spesa, servono attenzione e rispetto per i ghisa e per la funzione che svolgono al servizio dei milanesi". Ci sono tre settimane per trovare un’intesa.

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