
La prima richiesta al medico di base è dell’inizio di ottobre, "mio fratello disabile al 100% deve fare il vaccino antinfluenzale a domicilio". Dopo settimane di telefonate, mail, rinvii o risposte del tipo "non so cosa dire, chiami l’Ats", finalmente ieri mattina la somministrazione del vaccino. In mezzo c’è stata anche la minaccia di fare una denuncia alla Procura e un’irruzione pacifica ma dai toni decisi all’ospedale di Passirana. Protagonisti Piero Russo, 68 anni di Pogliano e suo fratello Antonio. Una faticosa corsa al vaccino e l’ennesima conferma della cattiva gestione della campagna antinfluenzale in Lombardia. "Non è giusto che si debba arrivare a questo per la somministrazione del vaccino - racconta Antonio - mio fratello ha molte patologie, anche un banale raffreddore può essere grave. Da quando ho saputo che il suo medico non aderiva alla campagna vaccinale ho fatto quello che mi è stato indicato, fino ad arrivare al 4 dicembre quando mi sono sentito dire, “mi dispiace non so come aiutarla“". Arrabbiato ma non rassegnato, Antonio è riuscito ad avere l’appuntamento per il vaccino a domicilio dopo una protesta con l’ufficio Uoc di Passirana, ieri mattina "ma non è giusto che si debba sempre alzare la voce per difendere il diritto alla salute".
Ro.Ramp.