Pochi dottori, "meglio lavorare insieme"

Il sindacato di categoria incontra i vertici di Regione e Ats: ecco le strategie contro la carenza di camici

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di Barbara Calderola

"Per supplire alle carenze di personale dobbiamo puntare sulla medicina di gruppo". La ricetta dei dottori di famiglia piace alla Regione, che ieri ha incontrato i professionisti "per raccogliere proposte". Al confronto, il governatore Attilio Fontana, l’assessore al Welfare Guido Bertolaso e il direttore generale di Ats Milano, Walter Bergamaschi. "Il tavolo è aperto, è stato il primo passo di un percorso che si affianca alla trattativa nazionale", spiega Fiorenzo Corti, medico di base a Masate e vicesegretario nazionale della Fimmg, sindacato di categoria.

"Dobbiamo ottimizzare e sburocratizzare – spiega – in soldoni bisogna togliere il tetto che oggi impedisce alla categoria di avere un collaboratore amministrativo e un infermiere in studio. Sul territorio è già stato raggiunto il massimo consentito: il 50% dei 5.300 medici lombardi ha un segretario che riempie i moduli necessari per ottenere una carrozzina o altri presidi, e uno su tre ha l’infermiere. Dobbiamo arrivare al 100%".

Secondo Corti è questa la strada "per fare fronte alle condotte scoperte, in attesa che la nuova formazione dia i suoi frutti. Per tamponare dobbiamo condividere spazi, ciascun paziente continuerà a fare riferimento al proprio medico, ma in caso di necessità fuori orario, potrà rivolgersi al collega". Il tutto "senza perdere di vista l’obiettivo", l’organizzazione "non è fine a sé stessa, ma serve a migliorare la vita di chi soffre".

Lo standard di medicina di gruppo è in cima alla lista dei rimedi, ma c’è un altro aspetto sul quale Corti ha insistito: "La necessità che gli organici siano tali da garantire ai cittadini il diritto alla scelta del medico, oggi negato. La penuria costringe a indirizzarsi su chi c’è". Altro punto della piattaforma, "il ruolo delle cooperative, una nostra peculiarità che ha dato prova durante la campagna vaccinale del lavoro che questi gruppi possono portare e termine: le associazioni di medici sul territorio hanno totalizzato 2 milioni di iniezioni".

"Non sono proposte slegate dal difficile contesto socio-economico nel quale siamo immersi – ancora Corti – ma sono obiettivi alla portata con la necessaria gradualità, come la telemedicina". Al tavolo ci saranno anche le associazioni di pazienti cronici, "un canale d’ascolto essenziale che rappresenta chi fa riferimento al nostro servizio".

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