di Francesca Grillo La speranza c’era tutta, anche perché in estate i timidi segnali di una ripresa avevano fatto credere in una rinascita imminente. Ma niente da fare: i saldi invernali non stanno andando come avrebbero dovuto e i dati che iniziano a registrarsi sul territorio non sono incoraggianti. È presto per fare un concreto bilancio, un resoconto delle vendite e dei guadagni dopo poche settimane dall’avvio dei ribassi, ma le prime informazioni che arrivano da chi vigila sul territorio fanno pensare a un allontanamento di quella speranza che ha tenuto vivi i commercianti. A fare un quadro della situazione, è l’Associazione territoriale del Corsichese dell’unione Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, per voce del segretario territoriale Francesco Morelli che ben conosce il tessuto economico di competenza, attento a ogni andamento del mercato. "I saldi non sembrano funzionare in questo scenario, ancora caratterizzato dalla crisi dovuta all’emergenza sanitaria – spiega Morelli –. L’apertura del 2022, infatti, ripropone un panorama simile a quello dello scorso gennaio quando, a un anno dall’avvento della pandemia, le svendite invernali non avevano brillato come sperato. Un anno fa, l’indagine della nostra Federmoda – aggiunge il segretario – aveva messo in luce un primo mese di saldi con vendite in calo attorno al 40% per il settore rispetto al 2020, ancora pre Covid, con quasi il 90% di negozi che dichiarava una decrescita". Anche quest’anno, quasi la totalità dei negozi ammette un calo nelle vendite. All’emergenza sanitaria, che ha modificato i consumi, le spese, le priorità, si aggiunge un’inflazione galoppante e l’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti. "Sullo sfondo – continua Morelli –, abbiamo registrato l’impennata dei contagi spinta dalla variante Omicron. I consumi si stanno bruscamente fermando. Si sente da parte degli operatori necessità di sostegni reali che siano vicini alla sopravvivenza del settore, di nuove misure sugli ...
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