SI.BA.
Cronaca

Università Bicocca, Marco Antoniotti: “Più dibattito. E l’ateneo garante per gli affitti”

Il direttore di Informatica in corsa per il Rettorato

Marco Antoniotti, direttore di Informatica

Marco Antoniotti, direttore di Informatica

Marco Antoniotti, 63 anni, è stato tra i pionieri del corso di laurea in Informatica alla Statale di Milano. Iniziò il cammino tra i mainframe e i primi pc dell’Ibm e dell’Olivetti, nel 1981, e scrisse una tesi sull’intelligenza artificiale. La carriera tra centri di ricerca di imprese e gli Stati Uniti, dalla New York University (dove ottenne il dottorato) a Berkeley, dove si è occupato di simulazione di sistemi complessi. Poi la decisione di rientrare in Europa, dopo essersi sposato ed essere diventato papà. Bicocca la destinazione, da professore associato a direttore del dipartimento di Informatica. E adesso aspirante rettore.

Perché ha scelto di candidarsi? "Sentivo il bisogno di avere più dibattito interno all’università: c’è stato un periodo in cui la situazione sembrava un po’ stagnante. Ho idee da proporre, frutto anche dell’esperienza internazionale: bisogna cominciare a prendere il meglio dall’estero, anche se sono conscio dei vincoli e della mancanza cronica di fondi".

Chi è Marco Antoniotti, fuori dall’università? "Un lettore appassionato soprattutto di fantascienza. Da Terry Pratchett a Ursula Kroeber Le Guin, fino al profetico Kim Stanley Robinson di The Ministry for the Future. L’ho letto mentre mi trovavo a 37 gradi".

A proposito di futuro, come non disperdere il capitale umano arruolato con il Pnrr? "Dovremo usare le risorse che avremo a disposizione per fare più concorsi possibili, tenendo presente la promozione di persone che hanno lavorato in tutti questi anni. Passi il migliore, cercando di essere più equi possibili rispetto alle aspettative che sono state create: tutti siamo consapevoli che non potrà essere assunta la maggioranza del capitale umano del Pnrr".

Sul tema dell’abitare a Milano, cosa si può fare? "Non dipende strettamente dagli atenei, i rettori sono seduti a diversi tavoli. Dobbiamo trovare il modo di migliorare quantomeno la situazione. Una possibile idea potrebbe essere quella che l’università si faccia garante per gli affitti: vediamo se è percorribile e come. E poi ovviamente andranno costruiti più studentati, ma c’è il problema dei finanziamenti, di come farli bene e possibilmente vicino all’università, con l’idea di campus".

Prima cosa che farebbe da rettore? "Credo che negli ultimi anni, anche per effetto della normativa vigente, ci sia stato uno scollamento tra personale docente e tecnico e amministrativo. Il tutto aggravato da una quantità sempre crescente di richieste puramente burocratiche. Cercherò di mettere in piedi un meccanismo efficace di informazione e discussione tra diverse componenti della struttura dell’università. E cercherò di rendere le persone più partecipi nella formazione delle scelte che vengono fatte".