
Giuseppe Gorini, docente di Fisica nel Cda
Giuseppe Gorini, 62 anni, professore ordinario di Fisica, è in corsa per il rettorato. La scintilla per la Fisica è scattata al liceo scientifico: "Ci portavano in laboratorio e sperimentavamo, senza sapere il risultato. Ho vissuto lì il fascino della scoperta". Poi l’ammissione alla Normale di Pisa, la tesi in Inghilterra, la decisione di rientrare in Italia e la scelta di Milano. Prima al Cnr e poi alla Statale. Nel 1998 era nel gruppo che ha fondato il Dipartimento di Fisica di Bicocca. Che ha visto crescere mentre cresceva pure lui, da giovane ricercatore a ruoli di responsabilità: da gennaio è entrato nel Cda dell’ateneo.
Chi è Giuseppe Gorini fuori dal campo accademico?
"Un appassionato di pianoforte che ha sacrificato un po’ la musica per la fisica. Ho cominciato a studiarlo a 10 anni. E sono un papà di due figli, uno è un pianista affermato: gli auguro una grande carriera. L’altro figlio è un matematico, mia moglie una bravissima ricercatrice che ho conosciuto in Inghilterra, sul lavoro".
Ripartiamo dalla ricerca: come vede il post- Pnrr? Come non disperdere il capitale umano ingaggiato?
"Col Pnrr abbiamo accumulato energie su più fronti, uno è proprio quello dei giovani talenti: il sistema deve riuscire a trattenere queste competenze preziose, che se non hanno prospettive interessanti andranno altrove. Cosa può fare Bicocca? Abbiamo bilanci in ordine e la possibilità di assumere, cosa che si sta facendo, con un piano di co-finanziamento che è lasciato all’implementazione dei dipartimenti per istituire almeno due posizioni in ciascuno. Non basta. Abbiamo creato reti. Ho proposto una mappatura delle competenze da una parte e delle imprese e degli enti del terzo settore con cui collaboriamo dall’altro: non perdiamo questo capitale umano"
Altra sfida: abitare a Milano sta diventando difficile.
"È un punto chiave per la nostra attrattività: penso agli studenti ma anche al personale amministrativo neo-assunto. C’è chi rinuncia perché con 1.300 euro al mese non riesce a pagarsi l’affitto. Dobbiamo fare un discorso sulle retribuzioni accessorie e altre entrate aggiuntive, che in piccola parte possono mitigare questo problema. E servono più alloggi per studenti: c’è un piano progressivo per l’ampliamento, su più fronti, dal Villaggio Olimpico a Greco Pirelli. Possiamo collaborare con cooperative per l’affitto, l’università può fare da facilitatore tra chi cerca casa e chi ha l’appartamento ma non sempre si fida. Dobbiamo anche pensare ad alloggi, per un periodo di tempo limitato, per i dottorandi stranieri. Condividiamo con le altre università milanesi queste sfide".
Cosa farà il primo giorno da rettore, se sarà eletto?
"Visiterò i cantieri, incontrerò i direttori di dipartimento e lavorerò al piano per l’internazionalizzazione dell’ateneo".