Con le pistole all’Hollywood a cercare Samir. L'incredibile faida tra i trapper

Il raid punitivo di Gapea e Momo (poi saltato) contro il pugile amico di Baby Touché. Perizia medica su Simba La Rue

Simba la Rue

Simba la Rue

Ore 2 del primo aprile . La cimice piazzata dalla Mobile di Lecco registra in tempo reale quello che succede a bordo della Seat Leon: dentro ci sono Alan Christopher Momo e Fabio Carter Dago Gapea, 23 e 25 anni, entrambi della banda del trapper Simba La Rue. La microspia capta rumori metallici: i due sono armati di pistola, stando a quanto poi emerso nell’indagine su un giro di droga da 100mila euro che si è chiusa ieri con quattro arresti.

La conversazione

"Hai messo il cappotto da vendetta?", dice Momo a Gapea. Cosa devono vendicare? Forse l’aggressione subìta da Gapea un mese e mezzo prima a Padova. Infatti, dopo pochi secondi e altri rapidi scambi di battuta in gergo ("Hai preso il tuo fleng?" "Ho il fleng, frate"), i due chiariscono di chi stanno parlando: di Samir B., pugile che fa parte della banda rivale, quella che fa capo a Mohamed Amine Amagour alias Baby Touché, e che secondo Gapea era nel branco che l’ha pestato e accoltellato.

Con le pistole verso l'Hollywood

"Ma gli spari?", dice uno all’altro. "Mica lo porto dietro per niente". E ancora: "Non sono mai stato più convinto di così...". Alle 2.51, Gapea e Momo fanno sosta nel garage di via Zanella a Lecco che usano per tenere hashish, cocaina e marijuana. Poi la Leon riparte in direzione Milano. La destinazione, secondo gli atti, è la discoteca Hollywood di corso Como: i due hanno saputo da qualcuno che Samir si trova proprio lì quella sera.

Dietrofront

Cosa vogliono fare? I piani sembrano piuttosto bellicosi, almeno da quello che si dicono in macchina, ma alla fine non se ne fa nulla: durante il tragitto, i due vengono informati che in realtà Samir non è nel locale. Conseguenza immediata: dietrofront e ritorno a Lecco, con passaggio in via Zanella per lasciare le pistole. O meglio, la pistola: quella di Momo. Gapea si porta a casa la Walther con matricola abrasa che verrà ritrovata poco dopo dai poliziotti. Sì, perchè quella è la notte in cui gli agenti della Mobile entrano in azione, con perquisizioni nel box-deposito e nelle abitazioni dei pusher: entrambi finiscono in carcere. Dopo un mese e mezzo, però, all’incensurato Momo vengono concessi i domiciliari con braccialetto elettronico, grazie all’istanza presentata dall’avvocatessa Marilena Guglielmana (che con la collega e nipote Ilaria assiste da tempo pure Gapea).

L'operazione dei carabinieri

Poi il 29 luglio scatta l’operazione dei carabinieri della Compagnia Duomo sulla faida con il gruppo di Baby Touché: Momo, tra i nove destinatari dell’ordinanza emessa dal gip Guido Salvini e accusato di aver preso parte al raid del primo marzo in via Settala contro uno della fazione nemica, torna dietro le sbarre, stavolta a Busto Arsizio. E dietro le sbarre resteranno almeno per il momento i senegalesi Ousmane Pape Loum e Ndiaga Faye (che rispondono sia del blitz di Porta Venezia che del rapimento-lampo di Amagour il 9 giugno in via Boifava) e il macedone Mevljudin Hetem: il giudice ha respinto le istanze di attenuazione della misura cautelare in carcere presentate dal loro legale.

Simba la Rue

Resta in bilico la posizione di Mohamed Lamina Saida alias Simba La Rue: per lui, accoltellato alla gamba il 16 giugno nella Bergamasca e ancora alle prese con i gravi postumi della ferita alla gamba, il gip ha disposto una consulenza, affidata al medico legale Marco Scaglione, per accertare se le sue condizioni di salute siano compatibili con la detenzione e se sia necessario "procedere quanto prima a un intervento neurochirurgico in un ospedale esterno". Nel provvedimento, Salvini ha spiegato di non credere alla versione auto-assolutoria degli indagati sul sequestro di Amagour, derubricato a trovata pubblicitaria per fare più clic sui social: "È del tutto incompatibile – argomenta – con quanto riferito da due testimoni, i quali hanno entrambi affermato che Baby Touché era stato caricato a forza sulla vettura e che prima di questo prelevamento non vi era stato alcun momento di accordo, trattativa o discussione tra il loro amico e Simba". Ai domiciliari il manager di La Rue, Chakib Mounir alias Malippa, Sara Ben Salha e Marco Locatelli.

 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro