MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Pisapia, "Sala? La sua scelta è importante. Se dice no, primarie a inizio 2021"

Pisapia sulla ricandidatura del sindaco: lasciamo a Beppe il tempo di decidere, conosce le scadenze. L’emergenza Covid? Milano si sta già rialzando. Le piste ciclabili e i monopattini piacciono ai milanesi

di Massimiliano Mingoia

Elogia la buona politica in un libro appena pubblicato. Ricorda con orgoglio i suoi cinque anni a Palazzo Marino. Parla di Milano in tempi di emergenza sanitaria e della futura scelta del sindaco Giuseppe Sala. Giuliano Pisapia, europarlamentare eletto nelle liste Pd, ex sindaco di Milano, avvocato, svaria a tutto campo sul presente e sul futuro della politica nazionale e milanese.

Com’è nata l’idea di scrivere il libro “La politica raccontata ai ragazzi’’ con Lia Quartapelle?

"È nata da una riflessione comune. Di politica si sente parlare sempre più spesso soprattutto per gli elementi negativi, mentre ci sono tante persone che si impegnano e la fanno bene. È importante dire ai più giovani che non impegnarsi in politica, nel senso più ampio del termine, significa lasciare spazio alle persone che la fanno per interesse personale e non per risolvere i problemi di tutti".

Questo libro esce in libreria a poche ore dal referendum che ha confermato il taglio del numero di parlamentari. Solo una casualità?

"Un’assoluta casualità. Ma una casualità che cade a pennello. In un momento in cui la maggioranza dei cittadini chiede la riduzione di deputati e senatori, è giusto dire che fare il parlamentare seriamente è possibile ed è utile alla comunità".

Lei ha votato “no’’.

"Il mio no era motivato dal fatto che fare una parte di una riforma costituzionale complessiva senza modificare il bicameralismo e senza prevedere le preferenze nella legge elettorale rischia di essere controproducente".

A livello nazionale i favorevoli hanno sfiorato il 70%. A Milano il “sì’’ si è fermato al 56% e il “no’’ ha vinto in centro.

"Questo referendum non ha appassionato i cittadini, in molti non sono andati a votare perché hanno visto molte contraddizioni nelle indicazioni dei partiti. Il “no’’ del centro storico di Milano? Non mi ha sorpreso. I cittadini del Municipio 1 sono molto autonomi e nei referendum spesso non seguono le indicazioni dei partiti per cui votano alle elezioni politiche".

Nel libro lei parla delle sue “fughe’’ da Palazzo Marino per andare a mangiare con i bambini nelle mense scolastiche...

"Per me, da sindaco, era importante capire se lì si mangiava bene o male, ascoltando i bambini. La sera, invece, andavo a sorpresa nelle zone più periferiche per confrontarmi con i cittadini, senza telecamere al seguito".

Qual è stato il momento più bello nei 5 anni da sindaco?

"Non ce n’è uno solo. Il rapporto continuo con le persone. La consegna degli Ambrogini d’oro. Le manifestazioni del 25 Aprile. Sempre momenti emozionanti. E come dimenticare l’arcobaleno in Piazza del Duomo durante la campagna elettorale e le migliaia di persone che vennero a salutarmi, dopo l’elezione, il 2 giugno 2011?".

Rivendica anche con l’orgoglio l’aver scelto una Giunta con sei uomini e sei donne come assessori. Da allora a oggi la parità di genere in politica ha fatto passi avanti o no?

"La parità di genere è un tema molto più ampio della scelta dei componenti di una Giunta o dei vertici delle società partecipate. Le mie scelte non sono state ideologiche. Poter contare sulla competenza e sulla sensibilità delle donne per prendere decisioni importanti è stato per me fondamentale. Passi avanti o no? Nel Parlamento europeo sono stati fatti molti passi in avanti. Ma non ancora sufficienti".

Nel libro lei ribalta un celebre motto di Giulio Andreotti e scrive: "Il potere logora chi ce l’ha". Si riferisce anche alla sua esperienza in Comune?

"No. Mi riferisco al fatto che quando una persona è per troppo tempo impegnata in politica o ricopre un ruolo istituzionale, se non torna a fare un lavoro e una vita normali rischia di perdere il contatto con la realtà".

Il sindaco Giuseppe Sala, intanto, si trova nella stessa situazione in cui lei si è trovato cinque anni fa: decidere se ricandidarsi o no. Che consigli si sente di dargli?

"Non ho consigli da dare. Ognuno ha le sue motivazioni. Io dissi che volevo fare un solo mandato fin dal momento delle primarie del centrosinistra. Il motivo era che avevo come obiettivo quello di cambiare e rilanciare Milano e cercare di far crescere una nuova classe dirigente, dando responsabilità anche a persone giovanissime, com’è avvenuto. La decisione di Sala? La sua decisione è importante per la città e per il centrosinistra. E se deciderà di non candidarsi che si possano fare le primarie a inizio dell’anno prossimo".

Le primarie restano l’unica strada per il centrosinistra in caso di passo indietro di Sala?

"Sì. In questa fase la partecipazione dei cittadini nella scelta del candidato sindaco è fondamentale".

Sala dovrebbe accelerare la sua decisione per il bene del centrosinistra?

"Credo che Sala sia assolutamente consapevole che qualora decidesse di non proseguire questa esperienza, si faranno le primarie, che devono essere organizzate all’inizio dell’anno prossimo. Ma lasciamogli il tempo giusto per decidere".

Milano sta vivendo un momento difficile per la crisi provocata dall’emergenza sanitaria. Quanto ci metterà a rialzarsi e a tornare ai livelli pre-Covid?

"Sono convinto che Milano sarà in grado di rialzarsi, com’è successo in altre crisi e in altri momenti difficili. E lo sta già facendo. Certo, ci sono settori, dal lavoro allo sviluppo fino al turismo e alle nuove tecnologie, che stanno avanzando lentamente. Ma credo che con i fondi dell’Ue, che si sono e saranno rilevanti, la città avrà tutte le risorse per rilanciarsi e quindi per rilanciare il Paese. Questa crisi da Covid porterà a un ripensamento molto forte delle nostre vite. Bisogna essere visionari, ma con i piedi per terra".

A proposito del futuro di Milano, in questi ultimi mesi si è parlato molto delle nuove piste ciclabili e del proliferare dei monopattini. Le piace una città fondata su questo tipo di mobilità sostenibile?

"Piace a me e piace ai milanesi. Chiaramente ci devono essere delle regole e bisogna trovare un modo per farle rispettare, in caso contrario bisogna essere anche in grado di sanzionare chi non lo fa".

Da europarlamentare crede che Milano abbia possibilità di aggiudicarsi in tempi ragionevoli la sede del Tribunale europeo dei brevetti?

"Ci sono notevoli possibilità, ma il Governo dovrà impegnarsi molto di più rispetto a quello che ha fatto finora. Attualmente l’Italia, a differenza che durante la fase del Governo giallo-verde, ha una notevole credibilità a livello europeo".

I risultati del referendum e delle Regionali danno respiro al Governo, in questo senso?

"Credo proprio di sì. Prima si diceva che non c’erano alternative a questo Governo, ora ancora di più. Questa è la realtà".