Deragliamento Pioltello, disastro annunciato: "Allarme caduto nel vuoto"

Al processo sul deragliamento con tre vittime la deposizione dei tecnici: avevamo segnalato quel giunto più volte, ci dissero che sarebbero intervenuti

I soccorritori estraggono una donna da una carrozza distrutta del regionale

I soccorritori estraggono una donna da una carrozza distrutta del regionale

Milano, 27 aprile 2022 - «Abbiamo segnalato l’anomalia del giunto più volte. Il pericolo era stato percepito da noi tecnici già a novembre e il capo (Ernesto Salvatore che ha già patteggiato 4 anni) ci aveva risposto: va bene prendiamo provvedimenti allora, ma i provvedimenti non sono mai arrivati perché non abbiamo mai avuto l’occasione di andare sul giunto con il “carrello lento“ quello che serve per avvicinarsi ai tratti che si sospetta siano ammalorati per controllare meglio". E ancora: "Un giorno non si poteva fermare il passaggio dei treni, il giorno dopo neppure, insomma..." Processo per la tragedia di Pioltello tre passeggere morte sul treno dei pendolari Cremona-Milano a causa di quel binario rotto quattro anni fa. Ieri, in aula, la testimonianza degli operai, importante per la procura quella del tecnico specializzato del nucleo manutentivo di Treviglio. I tre operai si accorsero per tempo dei problemi di usura del pezzo di binario che poi si sarebbe spezzato causando il deragliamento del treno e la tragedia. Chi segnalò mesi prima il difetto della rotaia si vide impartire dai capi l’ordine di sistemarla provvisoriamente piazzandole sotto di supporto uno zoccolo di legno. L’effetto di quella scelta dissennata, secondo l’accusa, si vide con il disastro della mattina di fine gennaio del 2018.

A giudizio davanti al tribunale, imputati per disastro colposo e omicidio colposo plurimo, ci sono nove tra manager e tecnici di Rfi, la società pubblica che si occupa della manutenzione dei binari. Tra loro anche l’ex ad Maurizio Gentile, ora commissario per la sicurezza di due autostrade. Per la procura, quello di Pioltello, fu un disastro ferroviario causato da una lunga serie di omissioni nella manutenzione e nella sicurezza, dovute alla sola volontà di risparmiare sulle spese da parte di Rfi. E testimonianze portate in aula, come quella resa ieri, confermerebbero il quadro di cui si sono convinti gli investigatori. Indagini complesse cariche di perizie quelle affidate ai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, coordinate dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. Poi il numero degli imputati e delle parti lese ha reso anche l’udienza preliminare fino al rinvio a giudizio una corsa a ostacoli, ancora più complicata dalla pandemia. Nell’udienza dello scorso ottobre, la prima del dibattimento, si erano riproposte come parti civili alcune associazioni, escluse in udienza preliminare, tra cui quella delle vittime della strage di Viareggio.

 

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