Pieve, operai morti all'Humanitas: un video ha ripreso il dramma nel deposito di azoto

Una telecamera collocata vicino al serbatoio ha ripreso gli ultimi istanti di vita delle due vittime. L'autopsia potrebbe essere effettuata domani

I rilievi dopo la tragedia

I rilievi dopo la tragedia

Pieve Emanuele (Milano) - Sono entrati più volte, scendendo dalle scale e poi risalendo, nel locale in cui è contenuto il serbatoio di azoto liquido, i due operai morti due giorni fa a Pieve Emanuele (Milano), mentre si apprestavano a rifornire la cisterna con la sostanza usata nei laboratori dell'università Humanitas. Infine i tecnici sono scesi un'ultima volta, probabilmente dopo aver mosso a più riprese qualche valvola dell'impianto, e non sono più riusciti a risalire perdendo la vita per una fuoriuscita di azoto. È ciò che si vede, a quanto si è saputo, nelle immagini di una telecamera acquisita dai carabinieri nelle indagini della Procura di Milano.

La telecamera è collocata vicino al serbatoio ma in alto e quindi dalle immagini non si riesce a capire cosa gli operai hanno fatto (se hanno mosso o meno delle valvole della cisterna) quando sono scesi nel locale che non è coperto con un tetto, ma è una sorta di incavo che contiene il serbatoio, mentre l'autocisterna era parcheggiata a livello strada per il caricamento dell'azoto. È presumibile che possa essersi verificato qualche problema o anomalia mentre i due si apprestavano a rifornire il serbatoio: per questo motivo le vittime sono scese più volte, sempre senza maschere protettive, fino a che, a causa di una fuoriuscita dell'azoto, non sono più riusciti a risalire.

Si vede, tra l'altro, che uno dei due, quando scende per la prima volta, scavalca il cancello chiuso di accesso alle scale e poi poco dopo l'altro operaio lo apre. Per far luce sul tragico incidente, oltre all'autopsia che chiarirà se Jagdeep Singh, 42 anni, e Emanuele Zanin, 46 anni, dipendenti di un'azienda bergamasca, siano morti per congelamento o, come pare più probabile, per aver inalato l'azoto con conseguente congelamento dei polmoni, sarà necessario esaminare l'impianto e l'autocisterna. Domani verrà conferito, con la forma dell'accertamento irripetibile, l'incarico da parte dei pm a un ingegnere meccanico del Politecnico di Milano e anche le difese dei 4 indagati, tra amministratori e legali rappresentanti delle due società coinvolte (Sol e Autotrasporti Pè), potranno nominare dei propri consulenti, così come i legali dei familiari delle vittime.

Anche l'autopsia potrebbe essere effettuata domani. Tra i molti aspetti da verificare, oltre ai profili di sicurezza e di formazione dei lavoratori, ci sono anche i sistemi di allarme e se hanno funzionato a dovere, soprattutto in relazione alla fuga di azoto.

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