
di Nicola Palma
Piazzale Loreto blindato da un maxi spiegamento di forze dell’ordine e controlli preventivi nelle strade vicine per evitare che si (ri)formasse un gruppo compatto. Così ieri sera polizia e carabinieri hanno evitato che potessero crearsi le condizioni per un bis del corteo infiltrato da decine di casseur di sei giorni fa. Del resto, le premesse c’erano. A cominciare dal volantino che sin dal giorno prima aveva preso a circolare tra social e chat di Whatsapp: "Tu ci chiudi, tu ci paghi", lo slogan che ricordava sinistramente quello di lunedì e che aveva radunato centinaia di manifestanti anche a Roma e Napoli. Appuntamento alle 20.30 all’angolo con corso Buenos Aires, stesso punto di partenza dell’iniziativa non autorizzata che aveva messo a ferro e fuoco l’arteria commerciale e puntato alla sede della Regione in via Gioia. Blindati in tutti i punti del piazzale, a presidiare anche le direttrici di viale Brianza, via Porpora, via Padova e viale Monza. E proprio in viale Monza, poco prima delle 21, è stato intercettato un gruppo di anarchici di via Gola: i 20, che hanno rifiutato di farsi identificare e cercato di richiamare l’attenzione dei residenti urlando a squarciagola, sono stati allontanati dalla polizia.
Poco dopo, altri due gruppi rispettivamente di 40 e 10 persone sono stati mandati via da piazza Argentina e via Doria: oltre ad alcuni volti noti dell’area autonoma, c’erano anche facce sconosciute agli specialisti della Digos e del Nucleo informativo. Niente di numericamente paragonabile, comunque, ai 400 del recentissimo precedente. A un certo punto della serata, è spuntato un nuovo manifesto che parlava di Cairoli, ma si è rivelato un falso allarme. La lunga giornata di proteste contro il coprifuoco anti-contagi era iniziata alle 14.30 davanti a Palazzo Lombardia, con circa 200 manifestanti – la maggior parte di estrema destra (poco prima una trentina tra nostalgici e militanti di Lealtà-Azione aveva reso omaggio ai morti della Rsi al Campo X del Maggiore) – a sventolare bandiere tricolore e a gridare slogan contro il Governo.
Alle 17 è stata la volta del centro sociale "Cantiere", mentre un’ora dopo tutti si aspettavano un altro raduno di "imprenditori e partite Iva" in Cordusio: non si è presentato nessuno, una sposina asiatica in abito bianco come unica nota di colore. L’attenzione si è poi spostata su piazzale Loreto, ma stavolta il corteo, per il quale nessun movimento aveva chiesto il via libera, è stato bloccato sul nascere.