Per piazza Affari è stata una giornata simbolica, perché ieri il cuore della finanza italiana ha ospitato il presidio organizzato dai sindacati Fisac Cgil, First Cisl e Fabi nell’ambito del primo sciopero nella storia della Borsa. I dipendenti Euronext, che controlla Borsa Italiana e altre società, hanno incrociato le braccia per due ore chiedendo un miglioramento delle condizioni. Ma la mobilitazione ha anche una valenza politica, per evitare che piazza Affari penda troppo verso l’orbita francese dopo la cessione a Euronext, che controlla anche le società di gestione delle Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona, Dublino e Oslo. "Chiediamo certezze – sottolinea Alberto Buoso, della First Cisl Milano – assunzioni e condizioni di lavoro sane e decenti. Oltre ai continui straordinari, è chiesta una reperibilità quasi da arresti domiciliari". Richieste rilanciate ieri davanti a Palazzo Mezzanotte e al Dito di Cattelan. "Mantenere un dialogo aperto rimane una priorità per noi – si legge in una nota di Euronext – intendiamo fare tutto il possibile per migliorare la qualità del confronto".
Non è l’unico fronte aperto: ieri hanno proclamato lo sciopero generale, per il prossimo 19 luglio, i dipendenti del Comune di Milano. Al centro la questione degli organici, la vertenza sul "diritto al pasto" e le progressioni verticali. E oggi incrociano le braccia anche gli educatori nei servizi 0-6 contro "l’obbligo di lavoro" per luglio, spesso in sedi lontane. "Non siamo baby sitter", sottolineano dall’Usb.