di Andrea Gianni Gli interventi presentati dai Comuni lombardi nell’ambito del "piano Marshall" avviato nel 2020 dalla Regione per rilanciare l’economia piegata dal Covid sono oltre tremila, oltre ai 97 che fanno capo alle Province. Ma oltre la metà degli interventi sono "fermi per la carenza di materie prime, per l’incremento dei costi energetici e per la difficoltà delle aziende nel reperire manodopera". Una situazione fotografata dal segretario generale della Feneal Uil Lombardia Enrico Vizza, che ieri al termine del congresso è stato riconfermato alla guida del sindacato Uil dei lavoratori dell’edilizia e del legno. Sono sul tavolo 4 miliardi di euro di investimenti a favore di Comuni, imprese, Province e Comunità montane, con uno stanziamento di 1,95 miliardi di euro sul capitolo infrastrutture. I Comuni hanno presentato progetti "finalizzati all’abbattimento di barriere architettoniche, al dissesto idrogeologico, all’adeguamento e la messa in sicurezza degli edifici pubblici, scuole e strade, al risparmio energetico, rimozione amianto, la mobilità sostenibile, il rafforzamento della fibra ottica e alla riqualificazione dei Borghi della nostra Regione tra cultura e identità". Iniziative per generare investimenti e migliorare la vita dei cittadini attraverso il “Piano Lombardia“ che in questo momento rischiano di rimanere sulla carta, bloccati dalla crisi energetica e delle materie prime- Fattori che si inseriscono anche nella partita più ampia del Pnrr, mettendolo a rischio. "Sulla questione gas-energia, dai dati diffusi dalla stessa Regione – spiega Vizza – la Lombardia è la più dipendente dalle importazioni da oltre confine rispetto alla media della regioni italiane. L’85% di gas arriva da fonti estere. Se si bloccano i rubinetti dalla Russia, in Lombardia sono a rischio circa 6,5 miliardi di metri cubi di gas sul totale di 16 miliardi del nostro fabbisogno. Occorre spingere verso una maggiore autonomia energetica, che significa investire sulle fonti rinnovabili". Problemi che colpiscono il settore ...
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