FRANCESCO PELLEGATTA
Cronaca

Piano Essedue, "si attivi l’Anticorruzione"

Il Pd chiede l’intervento dell’organo di vigilanza. L’ipotesi: un possibile conflitto d’interessi dopo l’ok dei tecnici comunali al progetto.

di Francesco Pellegatta

Un conflitto di interessi sul progetto Essedue? Il Partito Democratico di Abbiategrasso e Cassinetta ha chiesto delucidazioni al responsabile comunale dell’anticorruzione riguardo il parere preventivo favorevole dato dai tecnici comunali al piano attuativo presentato da Essedue nel settembre 2018. Riservandosi anche di segnalare la questione all’Anac (Autorità nazionale anticorruzione). Parliamo dell’ormai celebre parco commerciale che dovrebbe sorgere sull’area dietro l’Annunciata, ex Pagiannunz, al centro delle polemiche ormai da anni.

Ma cosa è accaduto? Nel 2016 Essedue aveva intentato causa davanti al tribunale di Pavia nei confronti dell’allora sindaco Pierluigi Arrara, degli assessori e di quattro funzionari comunali, avanzando richiesta di risarcimento per un presunto danno arrecato dal comportamento della Giunta e dei tecnici, "rei" – secondo la società immobiliare – di avere ripetutamente espresso parere negativo nei confronti del progetto. Ebbene, "la causa ha avuto esito negativo per la stessa Essedue a maggio 2019 – sottolineano dal Pd –, ma nel settembre 2018 (questa volta sotto l’Amministrazione guidata da Cesare Nai, ndr) la medesima società aveva presentato una richiesta di parere preventivo su un piano sostanzialmente identico a quello che poi è stato presentato in modo definitivo a luglio 2019. Il parere preventivo dei tecnici comunali è stato reso a dicembre 2018, quindi ancora a causa pendente con Essedue. I funzionari comunali in causa con Essedue hanno gestito una nuova pratica presentata dalla stessa società prima che la causa si concludesse. E, per la cronaca, hanno espresso parere positivo".

Insomma la tesi del Pd suona così: i tecnici hanno espresso un parere sul progetto mentre si trovavano sotto la “spada di Damocle“ della causa risarcitoria. In questo senso i dem sottolineano come potrebbe essersi configurata la violazione dell’articolo 7 dpr del 16 aprile 2013 e dell’articolo 7 del regolamento comunale, che definisce con chiarezza "l’obbligo di astensione del dipendente comunale dalla partecipazione all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente". "Qui non si tratta di discutere della buona fede delle persone coinvolte, ma di applicare le norme sul conflitto di interesse".