REDAZIONE MILANO

“Pesciolino“ re di Comasina. In casa un bunker blindato

Andrea Rozzo avrebbe ereditato il comando dal figlio di don Pepè Flachi

Il nascondiglio era in un ripostiglio, tra la lavatrice e un mobiletto. Lì, nell’angolo, i finanzieri hanno scovato una sorta di passaggio segreto, che custodiva anche una pistola in una valigetta. Affacciandosi oltre quel muro posticcio, gli investigatori si sono ritrovati in un vano delle dimensioni della tromba di un ascensore, con una luce in cima che si poteva accendere con un interruttore sistemato dietro lo stipite. Il mini bunker è stato scovato nell’appartamento di piazza Gasparri in cui viveva Andrea Rozzo alias "Pesciolino", arrestato l’altro ieri a valle dell’operazione che ha smantellato alcuni gruppi di trafficanti di cocaina e hashish sulla piazza milanese: stando a quanto cristallizzato dalle indagini, il quarantaseienne avrebbe rimpiazzato Davide Flachi nella mappa del potere del quartiere Comasina.

Gli inquirenti sono partiti proprio dagli account SkyEcc dell’erede di don Pepè, di Samuel Cimmarrusti e di Santo Crea, risalendo ai contatti più frequenti con altri utenti della piattaforma criptata. Da lì sono subito arrivati alla persona che usava i nickname "Louis Vino tinto" e "Andrea Vino tinto", vale a dire Rozzo, di cui il 22 gennaio 2022 è stata censita la presenza ai funerali dell’ex boss Giuseppe. Peraltro, si legge negli atti, già il giorno di Natale del 2020, uno scambio di messaggi tra Crea e un uomo non identificato aveva dato la cifra dell’ascesa di "Pesciolino", facendo emergere la "figura di un nuovo soggetto di stanza nel quartiere della Comasina, che si stava facendo strada nel narcotraffico, al punto da aver preso il posto del “pentito”". Cioè di Laurence Rossi, che dopo l’arresto del 2017 nell’operazione "Old Story-Eden" ha deciso di iniziare un percorso di collaborazione con la giustizia. Proprio in questo scenario, i militari hanno intercettato nel corso delle indagini "il progressivo rinsaldarsi dei rapporti tra Rozzo e Savino Banfi", personaggio di spicco della Comasina già coinvolto nel blitz "Redux Caposaldo". Nonostante le precauzioni usate da entrambi per dribblare l’eventuale presenza di microspie, gli investigatori sono riusciti ad ascoltare una conversazione-chiave il 15 gennaio 2023, che ha registrato "una serie di conteggi riferiti alla distribuzione della sostanza stupefacente" e svelato i prezzi della cocaina e gli incassi generati da piazze di spaccio gestite da alcuni luogotenenti.

Non basta. L’analisi delle chat, ha annotato il gip nell’ordinanza, ha pure consentito di evidenziare il "saldo rapporto" tra Rozzo e Antonio Rosario Trimboli, legatissimo all’ex capo ultrà Luca Lucci e ritenuto "esponente di spicco di una cellula di origine calabrese di stanza a Cologno Monzese, in collegamento con tutte le famiglie calabresi della Jonica presenti tra le province di Milano e Pavia". Dopo il lockdown generato dall’esplosione della pandemia, i due avrebbero anche stretto un patto di "mutua assistenza" per le forniture di cocaina, in vista dell’inverno 2020 e di possibili nuove chiusure: "Fra, vai che spacchiamo... dai se abbiamo anche questi ci vuole tir al giorno... avviamo... se riusciamo a fare due anni come si deve spacchiamo fra... se Olanda rimane bloccata fidati che spacchiamo".Nicola Palma