
Da no vax a no mask il passo è breve, nel mezzo di una pandemia che incrementa l’appeal degli odiati vaccini ma può offrire, nell’incertezza inevitabile della scienza di fronte a un virus sconosciuto, il fianco nel quale affondare il dubbio antiscientifico perennemente esercitato senza prove. "Sul viso di un bambino nessun bavaglio è obbligatorio"". "No alla mascherina a scuola, no al distanziamento sociale". "Non indossate la mascherina e abbracciatevi!". "La scuola non è un allevamento di umanoidi". Questo si leggeva su magliette e cartelli branditi da diverse persone ieri durante un flash mob davanti alla Stazione Centrale. Ufficialmente per protestare contro la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina e il problema molto sentito della ripartenza delle scuole. "Studenti e famiglie sono stati di fatto abbandonati, non è stato permesso nemmeno un ultimo giorno di scuola, il piano per la ripartenza a settembre è pieno di incognite", hanno elencato gli organizzatori. Parole condivise da moltissimi genitori, come gran parte delle considerazioni esposte nel manifesto dell’evento "A scuola!". Promosso e rilanciato, tra gli altri, da alcune associazioni sedicenti "free vax" che propagandano stratagemmi avvocateschi per schivare l’obbligo scolastico vaccinale. Nel medesimo stile, al punto 2 delle "linee guida per la sicurezza" si raccomandava ai partecipanti di "avere sempre con sé una mascherina".