Ci sono 48.397 automobilisti che non sapranno mai di aver preso una contravvenzione a Milano nel secondo semestre del 2023. Buon per loro, penserà qualcuno. Male per il Comune, che ha dovuto rinunciare a incassi che vanno da un minimo di 4 milioni (nell’ipotesi in cui tutti i potenziali trasgressori avessero optato per il pagamento con il 30% di sconto entro cinque giorni dalla ricezione del verbale) a un massimo di 5,7 milioni di euro (in caso di pagamento a prezzo pieno). Del maxi ammanco avevamo già scritto a metà gennaio, quando l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli ne aveva parlato in Consiglio a seguito di una domanda a risposta immediata presentata da Alessandro De Chirico (Forza Italia) e Alessandro Verri (Lega). Ora i dati sono stati comunicati ufficialmente e nel dettaglio al capogruppo del Carroccio dal dirigente dell’Area procedure sanzionatorie Paolo Ghirardi.
L’origine dei “guai” starebbe nell’attivazione nel luglio 2023 dell’elenco pubblico dei domìni digitali, che ha ampliato "in modo considerevole la platea dei destinatari degli atti sanzionatori rispetto ai quali ricorre l’obbligo per la pubblica amministrazione di notificare i verbali tramite Pec e non più tramite cartaceo". E infatti "l’inconveniente ha riguardato degli atti di accertamento (violazioni accertate tramite telecamere a remoto) che non sono stati formalizzati in verbali a causa delle problematiche generatesi nel funzionamento delle caselle di posta elettronica certificata". Tradotto: "Le caselle di posta elettronica rilasciavano dopo alcuni giorni la ricevuta avviso di ricevimento (Rac), che costituisce la prova che la notifica del verbale si è perfezionata e, contestualmente, fino allo scarico delle già menzionate ricevute non consentivano di trasmettere tramite Pec altre liste di verbali". L’ingolfamento del meccanismo "ha determinato da un lato delle code di verbali in attesa di notifica tramite Pec e dall’altro un accumulo di atti di accertamento non ancora formalizzati in verbali, i quali hanno maturato, nonostante le azioni intraprese, la inesigibilità essendo trascorso il termine per la notificazione ( 90 giorni, ndr )". Senza contare che sempre a luglio il "rifiuto imprevisto" da parte di Poste Italiane di prorogare l’appalto per le notifiche a Milano e fuori città ha determinato, spiega Ghirardi, "delle difficoltà sull’intero sistema di notifica dei verbali, compreso tramite Pec, in quanto si è dovuto in modo imprevisto riorganizzare il sistema di notificazione".
Risultato: "Da accertamenti effettuati si è appurato che hanno assunto lo stato di inesigibilità nel periodo compreso tra il primo giugno e il 31 dicembre 2023 48.397 atti di accertamento, corrispondente a un valore di 3.992.444,33 milioni (somma del pagamento in misura ridotta delle singole violazioni)". Il funzionario ha aggiunto che le "azioni intraprese" (a cominciare dal raddoppio delle caselle di posta elettronica da cinque a dieci) hanno portato alla risoluzione della problematica, "se pensiamo che nel 2023 sono stati notificati tramite Pec e in forma cartacea 2.533.299 verbali, con un aumento rispetto al 2022 di 250.678 verbali". Una spiegazione che non convince Verri: "Quanto accaduto con la mancata notifica di migliaia di multe è un fatto molto grave. Com’è possibile perdere oltre quattro milioni di euro per un errore tecnico? Ma c’è di più. Sono passati mesi, da marzo a novembre, prima di un intervento che risolvesse il problema. C’è una cattiva gestione della macchina organizzativa della polizia locale. In questo caso si è andati oltre l’errore tecnico".
Il capogruppo del Carroccio preannuncia offensive legali: "Dopo aver ricevuto questa risposta, stiamo valutando anche con i nostri avvocati un esposto alla Corte dei Conti per un danno erariale che a noi sembra abbastanza evidente".