NICOLA PALMA
Cronaca

Pat, sotto accusa l’ex presidente Trabucchi: deve pagare un milione e “svende” ai figli la villa all’Elba

Condannato nel settembre 2023 per gli otto immobili del Pio Albergo Trivulzio ceduti a prezzi stracciati. A pochi mesi dal verdetto, la casa da 660mila euro è passata di mano per 40mila

La notizia della condanna il 2 settembre 2023. Sopra: la villa all’Elba

La notizia della condanna il 2 settembre 2023. Sopra: la villa all’Elba

Milano – Per la Procura della Corte dei Conti, “il contratto di vendita oggetto di causa” è “affetto da simulazione assoluta, non avendo altro scopo che quello di sottrarre il bene alla garanzia dei creditori”. Per i giudici, non si è trattato di un affare finto, visto che il passaggio di soldi si è perfezionato; tuttavia, hanno dichiarato l’atto inefficace nei confronti dei creditori perché “la vendita a prezzo irrisorio del compendio immobiliare ha indiscutibilmente depauperato il patrimonio del debitore, rendendolo insufficiente a soddisfare le pretese creditorie”.

Il protagonista della vicenda legale è Emilio Trabucchi, presidente del Cda del Pio Albergo Trivulzio dall’aprile 2004 al febbraio 2011 finito nella bufera del caso Affittopoli e condannato a risarcire più di un milione di euro tra danno d’immagine e danni alle casse della Baggina provocati dalla vendita a prezzi stracciati di otto immobili. Ora, però, si scopre che Trabucchi avrebbe ceduto a costi fuori mercato pure un’altra casa: la sua, una villa su due piani nell’entroterra del Comune di Porto Azzurro, all’isola d’Elba.

Ricapitoliamo le puntate precedenti. Nel giugno 2021, la Procura contabile cita Trabucchi e altri ex manager del Pat per contestare gli ammanchi nei conti, calcolati in 2,4 milioni di euro; la stessa cifra viene calcolata come danno d’immagine. Nell’estate 2023, arriva il verdetto: Trabucchi deve versare più di un milione di euro.

Il diretto interessato appella la sentenza, ma il 17 gennaio 2024 i magistrati presentano un’istanza di provvisoria esecuzione della decisione. La sezione d’appello della Corte dei Conti respinge la richiesta. In seguito, i pm danno mandato alla Finanza di eseguire accertamenti patrimoniali su Trabucchi e scoprono che il 5 febbraio 2024 (19 giorni dopo l’istanza della Procura) l’uomo ha ceduto ai due figli una villa di nove vani e gli appezzamenti di terreno che la circondano (superficie catastale complessiva di 7.860 metri quadrati) al prezzo di 40mila euro, “riservandosi il diritto di abitazione”.

Un prezzo “irrisorio” per i magistrati, “corrispondendo a circa il 12% rispetto al reale valore catastale di circa 330mila euro e quindi pari al 6% del valore di mercato (quasi 665mila per le Fiamme gialle, ndr)”. I magistrati non hanno dubbi: Trabucchi l’ha fatto per spogliarsi “della parte più consistente del suo patrimonio”, che ora conta solo un appartamento a Segrate del valore di 119mila euro. In effetti, la sequenza temporale induce a pensar male; così come “la relazione di parentela tra le parti”, che fa fortemente dubitare che gli acquirenti “fossero all’oscuro dell’esposizione debitoria del padre”.

L’ex numero uno del Pat si difende: assicura di aver venduto “per le problematiche” legate all’immobile, che nelle sue “condizioni di età e di salute non è più in grado di affrontare”. E il costo dell’immobile? “Si giustifica per il fatto che diversamente i figli non lo avrebbero acquistato, dati i costi elevati di manutenzione e il diritto di abitazione del padre”. E ancora: a suo parere, la casa di Segrate vale molto di più, ben 510mila euro. Una linea bocciata dai giudici, che hanno messo in evidenza che la quasi coincidenza tra l’istanza della Procura di rendere esecutiva la sentenza di primo grado e la vendita della villa all’Elba è un fatto “sintomatico dell’intenzione di salvaguardare certi beni dall’esecuzione”. E i figli non potevano non sapere che l’affare avrebbe provocato un “pregiudizio” ai creditori, visti il “rapporto di filiazione, la diffusione mediativa della vicenda e l’avvenuta condanna del padre per un importo assai rilevante”. Conclusione: “Va accolta la domanda di revocatoria con conseguente declaratoria di inefficacia dell’atto” nei confronti del Trivulzio.