
Valentina
Zanoni*
Il lockdown vissuto con la chiusura totale delle attività non essenziali, fatto di regole ferree con il distanziamento sociale, ha evidenziato strumenti temporanei basati su principi igienico-sanitari che non comprendono un’interpretazione dei bisogni. In che modo l’approccio di Stantec (società specializzata in ingegneria e architettura, ndr) alla progettazione delle infrastrutture urbane sarà diverso dopo il CoVID-19? Ripensando i modelli di vita urbana, avendo ben presente la rivoluzione digitale per rendere i beni e i servizi di distribuzione accessibili a tutti o ancora sapendo che sarà utile pensare che ogni condominio o palazzo dovrà ospitare degli spazi flessibili, destinati a usi condivisi o facilmente riconvertibili in residenze. Si dovranno avere città che valorizzino lo sviluppo delle periferie e economie di quartiere, anche grazie a una maggiore diffusione dello smart working con una riduzione di spostamenti verso il centro. La mobilità, basata principalmente sul trasporto pubblico, dovrà considerare una revisione di quella condivisa. Sarà impossibile pensare a un trasporto privato perché vorrebbe dire retrocedere e causare un inquinamento consistente nelle nostre città. Dovremo intendere il trasporto individuale come mobilità leggera ed ecologica, attraverso biciclette, monopattini, scooter elettrici tarando le azioni da intraprendere sia nel breve periodo sia pensando al futuro. La necessità impellente, soprattutto in città, è quella di ricavare più spazio possibile per i pedoni e i ciclisti, in modo che sia possibile mantenere il distanziamento sociale.
*Operation manager
architettura di Stantec