Boss trasformato in drag queen, Papalia querela Klaus Davi

Buccinasco (Milano), 27 aprile 2021 - Piovono querele per diffamazione sulla testa del massmediologo Klaus Davi. La vicenda risale a dicembre 2017, quando Davi fece affiggere a Buccinasco alcuni manifesti che ritraevano il boss Rocco Papalia (uscito da poco dal carcere dopo aver scontato 25 anni di detenzione) in vesti femminili. "Secondo i magistrati, i boss per sfuggire alle forze dell’ordine si travestono da donna. Ecco la versione femminile di Papalia", scriveva sotto il manifesto in cui il boss, finito nelle carte delle inchieste per la penetrazione della ‘ndrangheta al Nord, veniva mostrato nelle vesti "di una drag queen", come aveva specificato Davi.

La provocazione era stata bocciata dal sindaco Rino Pruiti, che non contestava il senso del manifesto bensì "il rispetto della legalità: non è stato chiesto il permesso per le affissioni che sono quindi abusive". E a quanto pare l’iniziativa non è piaciuta neanche a Papalia: "I manifesti sono stati giudicati dal boss offensivi per la sua reputazione – spiega Klaus Davi, che ha ricevuto una querela da parte di Papalia per diffamazione aggravata dall’aver arrecato offesa mediante un mezzo di pubblicità –. I manifesti hanno interessato altri boss come Totò Riina, Matteo Messina Denato, Rocco Morabito, Raffaele Cutolo, Giacomo Di Lauro e Michele Zagaria, affissi in diverse parti di Italia. Evidentemente Papalia non l’ha presa bene". Non basta: dopo aver pagato la multa per affissioni abusive di 500 euro, a giugno Davi si ritroverà davanti al giudice anche per la querela, sempre per diffamazione, presentata dal sindaco di Buccinasco, da lui accusato di aver avuto nei suoi confronti "un atteggiamento intimidatorio che mi fa più paura dei mafiosi". Fra.Gri.