Panico, autolesionismo, abuso di droghe: "La nostra generazione sta male: aiutateci"

L’ultimo sondaggio tra i ragazzi del Parini: uno su due si sente apatico e senza obiettivi. E per il 75% un brutto voto è una batosta

di Simona Ballatore

"Vi mostriamo, dati alla mano, quanto la nostra generazione sta soffrendo". Lo avevano fatto i liceali del classico Carducci e dello scientifico Vittorio Veneto prima di dare il via alle occupazioni di questa settimana (al Vittorio Veneto si è chiusa ieri dopo un’assemblea partecipatissima, in via Beroldo continua anche questa mattina), lo hanno fatto i liceali del classico Parini con un’indagine interna, condotta a partire da metà dicembre, per sondare il "malessere psicologico" fra i compagni e lanciare delle proposte alla dirigenza per invertire la rotta. Alle domande hanno risposto 527 studenti e studentesse. "Vedere svilupparsi nelle classi ripetute situazioni di grave disagio psicologico ha fatto notare quanto la scuola (tutta e non solo la nostra) si ritrovi in genere molto impreparata per poter svolgere la propria funzione di luogo di ascolto e comprensione delle problematiche di ognuno. La nostra generazione sta male", scrivono a caratteri cubitali, anticipando le prove di un "grave sentimento di malessere tra coetanei, che è percepito in forme diverse: attacchi di panico, ansia continua, disturbi alimentari, disturbi psicologici, autolesionismo, abuso di droghe pesanti", scrivono i liceali del Parini. Il 52% dei partecipanti ha così dichiarato di sentirsi spesso apatico, stanco e senza obiettivi; il 30% di avere gli stessi effetti anche se compaiono con meno regolarità. Il 32,7% riesce raramente a trovare il tempo per sé stesso e per coltivare i propri interessi e c’è un 11,6% che ha alzato bandiera bianca.

La corsa al programma e al voto è anche alla radice - secondo gli studenti di via Goito - di attacchi di panico o breakdown emotivi: il 13,3% ne soffre "quotidianamente", quasi il 40% "settimanalmente" e il 27% "mensilmente". Nel mirino finisce anche la valutazione: il 75,4% dei partecipanti ritiene che il voto negativo demotivi ancor di più gli studenti. Dallo “stato di salute“ dei pariniani alle proposte: chiedono incontri trimestrali con esperti, l’aumento del monte ore dello sportello psicologico, colloqui individuali tra studenti e docenti, la creazione di una rete di supporto con enti specializzati e consultori e una commissione composta da ragazzi e prof. "Quando cerchiamo di attivarci su tematiche riguardanti la salute mentale ci sembra di trovarci di fronte a un vero e proprio menefreghismo – sottolinea Chiara Sabatini, studentessa del Parini –. Si sminuiscono disagi psicologici e problematiche emotive, percepiamo indifferenza. La salute mentale è salute, è il momento di capirlo".

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