Palazzo Trivulzio torna a splendere Terminata la fase uno del recupero

Melzo, i locali del pianterreno e il grande cortile riaprono al pubblico. L’assessore ai Lavori pubblici Ferrari: "Il sogno? Il restauro della torretta"

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Il grande cortile interno completamente rinnovato e dotato di un palco per eventi, le sale del pianterreno restaurate, la cucina e i servizi pronti: individuato un gestore, ospiteranno il caffè letterario-bar bistrot "fiore all’occhiello del progetto di restauro". È chiusa la fase uno del restauro di Palazzo Trivulzio, la dimora orgoglio e icona della città. A gestire gli spazi rinnovati, sulla base di una convenzione quinquennale con il Comune, la Fondazione Teatro Trivulzio, già al lavoro nel teatro che si trova nello stesso complesso.

Non è finita. Il progetto bis è pronto, e sono ancora da restaurare la sala congressi al primo piano e, al secondo, due locali affrescati dal particolare pregio artistico e architettonico. Qui, in corso estate, si è arenato un percorso: Comune fuori da un bando regionale di finanziamento per ritardo nell’invio del parere della Sovrintendenza, in fumo, salvo sorprese, un’erogazione da 600mila euro, che, uniti ai 200mila già in cassa, avrebbero consentito di partire: "Ma andiamo avanti - così l’assessore ai Lavori pubblici Francesco Ferrari (nella foto) - e stiamo già valutando altri canali. Quella della rinascita di Palazzo Trivulzio nella sua totalità e della definitiva consacrazione come polo principale delle attività culturali cittadine è una delle principali scommesse di mandato". Non è stato facile nè breve il percorso che ha portato alla prima tranche di lavori di restauro, conclusi poco prima dell’estate. Un vecchio progetto più volte ritoccato, un finanziamento della Fondazione Cariplo passato di amministrazione in amministrazione, infine i lavori: primo piano, cortile, facciata esterna, completamente risanata e ridipinta secondo le indicazioni dell’ente di tutela.

"Per questi spazi, restaurati ma anche resi funzionali - così Ferrari - si ipotizza la realizzazione di un caffè letterario, un bistrot che era previsto già nel primo progetto. Naturalmente, non è un’operazione cui possa dedicarsi un operatore improvvisato. Vi sarà una gara ad hoc, occorre una realtà specializzata. Ma darebbe alla struttura un valore aggiunto". Il prosieguo del restauro sarà sui piani superiori: sala congressi, scale, sale affrescate. "Il progetto c’è già ed è firmato, come il primo, dallo staff del professionista Cristian luta". L’incidente di percorso estivo e la perdita del nuovo finanziamento. "Purtroppo sembra che l’esclusione sia definitiva. Guardiamo avanti, vi sono altre opportunità. È un secondo lotto delicato anche sul profilo artistico, per via delle sale affrescate. Molti dettagli saranno ancora da vedere, via via, con l’ente di tutela".

Resta un sogno, per ora, il restauro anche della torretta del palazzo, oggetto di check durante i sopralluoghi preliminari ai progetti, e da cui si apre una suggestiva vista della città e dei dintorni. "È un’operazione dall’enorme complessità, cui si penserà in seguito. Complesso il restauro, complesso ipotizzare un utilizzo. Per dirne una, impossibile anche solo pensare a un accesso senza barriere architettoniche. Ma si vedrà in futuro".

Monica Autunno

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