GIULIA BONEZZI
Cronaca

Ospedale Sacco, nasce il centro che fa ricerca dalla parte dei bambini

Una struttura nuova attrezzata con macchinari all’avanguardia all’ospedale Sacco, che gestisce il centro insieme al Buzzi e alla Statale

Il taglio del nastro

Milano, 1 ottobre 2016 - Un centro di ricerca pediatrica inaugurato ieri in una struttura nuova attrezzata con macchinari all’avanguardia all’ospedale Sacco, che lo gestisce insieme al Buzzi e alla Statale. Si chiama "Romeo ed Enrica Invernizzi" perché lo paga la Fondazione creata 25 anni fa dai coniugi con la loro intera eredità. Una fortuna costruita, in brutale sintesi, coi formaggini, e con questa battuta Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della Pediatria al Sacco-Buzzi e docente alla Statale, ha bussato alla Fondazione Invernizzi per chiedere al presidente Anselmo Stucchi, dopo molti milioni devoluti alla ricerca, di finanziare un progetto dedicato a prevenire, curare e sconfiggere le malattie dei bambini. E ne ha avuti 12, di milioni, per i primi 5 anni di start-up del centro "che poi dovrà camminare sulle sue gambe", chiarisce Zuccotti che ne è coordinatore scientifico.

A un'aula magna di medici e scienziati, al rettore della Statale Luca Vago, al dg dell’Asst Sacco-Fatebene Alessandro Visconti, all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha ricordato che, "al di là dei risultati scientifici che ci auguriamo, un primo grande obiettivo l’abbiamo già raggiunto". Riportare in Italia “cervelli” expat come Paolo Fiorina, tornato da Harvard, insieme alla collega Francesca D’Addio, per dirigere il "Centro di riferimento internazionale per il diabete mellito di tipo 1", primo dei quattro filoni sui quali il Centro Invernizzi inizierà l’attività. È il "diabete giovanile", quello autoimmune che rende i bambini insulino-dipendenti abbattendo la loro aspettativa di vita di 10-13 anni; e l’incidenza del diabete in generale nel mondo cresce del 3% l’anno, con costi sociali calcolati in 245 miliardi di dollari negli Usa, il 2% del loro Pil, l’11% del nostro. Con Fiorina lavoreranno una dozzina tra dottorati, ricercatori e tecnici, su una sessantina nel centro. Un altro filone, diretto da Anna Maria Di Giulio, si occuperà di medicina rigenerativa, farmacocinetica e farmacogenetica, sviluppando terapie innovative (e trasversali a una quantità di malattie, comuni e rare) specifiche per i bambini "che sono sempre orfani di farmaci". Poi c’è la "piattaforma di epidemiologia genomica", la prima di questo tipo in Italia, che traccerà infezioni ospedaliere e studierà batteri resistenti per creare nuovi antibiotici.

Anche col "criomicroscopio elettronico" in condominio con la Statale, tre milioni di cui metà dall’Invernizzi, unico in Italia: inizierà a funzionare a maggio 2017 - mentre le altre tre branche saranno "pienamente operative a fine 2016" - perché occorre reclutare ingegneri e bioinformatici in tutto il mondo. Zuccotti vuol portare in Italia “cervelli” stranieri. Ma il centro di ricerca è anche il cuore del nuovo Ospedale del bambino Buzzi-Sacco-Fatebenefratelli, col quale, approfittando della riforma della sanità, i pediatri e gli altri Materno-infantili milanesi stanno tessendo la Rete interaziendale Rimmi. "Spero - dice Zuccotti - che il centro sia usato da tutti coloro che fanno ricerca sul materno-infantile a Milano, in Lombardia ma anche in Italia".