Ortomercato Milano, si cambia: "Sparirà il lavoro nero"

Cesare Ferrero, presidente Sogemi: sarà come un aeroporto, gestione moderna della logistica. Ora più impegno sui controlli

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Milano - "Con il nuovo ortomercato il fenomeno del lavoro nero sparirà perché ci sarà una gestione diversa, moderna e digitalizzata della logistica: quando una struttura è obsoleta, come nel nostro caso, si apre lo spazio per l’illegalità". Cesare Ferrero, presidente di Sogemi, la società che per conto del Comune gestisce i mercati all’ingrosso della città, garantisce un futuro dell’ortomercato "senza lavoratori in nero", una volta terminata la riqualificazione dell’immensa area in via Lombroso. Il presente è fatto di disperati che ogni notte, come documentato da un’inchiesta del Giorno, scavalcano la recinzione, a volte formando anche “piramidi umane“, per caricare abusivamente casse di frutta e verdura destinate a negozi e mercati. Sogemi ieri ha firmato con la Prefettura e il Comune un nuovo protocollo d’intesa contro le infiltrazioni della criminalità organizzata in un’area che in passato è finita nel mirino dei clan. "Di certo non siamo partiti da primi della classe – spiega Ferrero – ma in questi anni sono stati fatti passi avanti".

Ferrero, quali sono le azioni concrete nel protocollo? "In una prima fase ci siamo concentrati sul controllo dei soggetti economici che operano nell’area, attraverso lettura delle targhe, badge e accertamenti sui documenti. Adesso ci concentreremo sul tracciamento delle merci che entrano ed escono dall’ortomercato".

Con quali strumenti? "I trasportatori dovranno documentare anche provenienza e destinazione della merce. Grazie alla digitalizzazione sarà un processo semplice e senza perdite di tempo. Ci sarà quindi un obbligo in più rispetto a chi opera fuori dall’ortomercato, con l’obiettivo di rafforzare i livelli di controllo".

Di notte, però, i lavoratori in nero continuano a entrarenell’area, nonostante i controlli su chi entra e chi esce. "Su questo fenomeno devono intervenire tutti i soggetti coinvolti a partire da Sogemi, forze dell’ordine, Prefettura e Comune. La responsabilità è dell’ente gestore e delle istituzioni e in questo campo serve un impegno maggiore, anche se vorrei sottolineare che il lavoro nero esiste perché esiste una richiesta di manodopera a basso costo da parte di operatori privati che non rispettano le regole e commettono reati".

Ago, l’associazione dei grossisti, lo scorso agosto vi ha chiamato in causa parlando di “controlli inefficienti“ da parte di Sogemi. "Non vorrei fare lo scaricabarile. Dico solo che con i grossisti dobbiamo essere complici nel contrastare l’illegalità. L’azione più importante, al di là dei controlli, è finire al più presto i lavori per il nuovo ortomercato, perché con la fatiscenza si crea illegalità. Ci sarà una gestione della logistica moderna ed efficiente, spazzando via le sacche di illegalità".

In che modo? "Oggi l’ortomercato è come un formichiere, con centinaia di operatori che caricano e scaricano ogni notte in piazzali all’aperto difficilmente monitorabili. In futuro funzionerà come un aeroporto, ogni camion si appoggerà a un singolo dock e a una ribalta. Ogni operatore sarà responsabile di quello che avviene nel suo spazio".

Quali sono i tempi? "Alla fine di quest’anno entreranno in servizio le prime due piattaforme logistiche moderne di quasi 30mila metri quadrati. Il primo padiglione ortofrutta è previsto per fine 2023 e il secondo per fine 2024".

In questa fase di crisi e incertezze che stiamo vivendo aumenta il rischio di infiltrazioni criminali? "Quando c’è aria di crisi si alza il livello di rischio soprattutto nel nostro mondo, che si occupa di esigenze di base della popolazione. Per questo bisogna alzare il livello di guardia. Più la crisi punge più aumenta chi cerca di aggirare le regole, e questo vale anche per il lavoro nero".

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