
"Avrei bisogno di una pizza. Ho bisogno di voi, mi può aiutare?". La chiamata al 112 e la richiesta apparentemente strampalata. La prontezza di riflessi dell’operatore della centrale operativa della Questura, che capisce in pochi secondi che quella donna è in seria difficoltà e che dietro l’ordinazione di una "margherita" al numero sbagliato c’è in realtà una disperata richiesta di aiuto. È partito così un intervento delle Volanti che l’altra notte si è concluso con l’arresto per lesioni aggravate di un pregiudicato marocchino di 26 anni.
Dopo l’allarme attorno a mezzanotte, gli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura, coordinati dal dirigente Giuseppe Schettino e dal vice Gianluca Cardile, sono intervenuti nell’hotel di viale Brenta da cui era partita la telefonata e sono riusciti a parlare con la donna di 33 anni, che ha trovato il coraggio di denunciare il suo ex. La vittima ha riferito che l’uomo le aveva chiesto di vedersi perché "molto malato"; lei ha accettato, dandogli appuntamento in una stanza d’albergo. Sin da subito, però, il bruto si è mostrato molto aggressivo, come del resto nell’anno trascorso insieme: prima le ha strappato il cellulare dalle mani per impedirle di chiedere aiuto, poi l’ha colpita con pugni al viso e all’orecchio. "Ho avuto paura di morire – ha rivelato poi agli investigatori –. Se non fossi riuscita a dare l’allarme, credo che questa volta sarebbe finita male". E invece ci è riuscita, mantenendo la calma. Sì, perché la donna ha tranquillizzato in qualche modo il suo ex ed è uscita dalla stanza con la scusa di ordinare una pizza: ha composto il numero 112 al telefono della reception e ha finto di chiedere una "margherita".
I poliziotti sono arrivati dopo pochi minuti e hanno ammanettato il ventiseienne marocchino; al processo per direttissima di ieri mattina, il giudice ha convalidato l’arresto e disposto il divieto di dimora a Milano. Ai poliziotti, la donna ha poi raccontato il suo calvario durato circa un anno: le scenate di gelosia, le botte continue e la decisione di non denunciare l’uomo per evitare che finisse in carcere. L’altra notte, però, la trentatreenne ha capito di aver rischiato la vita e ha scelto finalmente di rompere il silenzio e di mettere nero su bianco quanto vissuto. Portata al pronto soccorso del Policlinico, è stata medicata dai sanitari e dimessa con cinque giorni di prognosi. Non è la prima volta che una donna usa l’espediente della pizza per chiedere aiuto: era già successo lo scorso anno, tanto che ActionAid aveva lanciato la campagna "Call4Margherita" per chiedere strumenti più incisivi nella lotta alla violenza contro le donne.
Certo, in questo caso vanno sottolineate in particolare le capacità dell’operatore della centrale che ha ricevuto la chiamata della donna: quando la trentatreenne ha parlato della "pizza", l’agente ha chiesto cortesemente di ripetere la richiesta e ha subito intuito di cosa si trattasse.
Nicola Palma