Milano, 12 settembre 2022 - Arrestata e poi scarcerata, perché si teme che il mandato di cattura internazionale sia un tentativo di far estradare un'oppositrice di Putin. È la storia di Anna Verbitskaya, imprenditrice russa di 56 anni che è rimasta in cella per 23 giorni prima che la Corte d'Appello di Milano decidesse di procedere solo con il divieto di espatrio in attesa della decisione finale sull'estradizione.
Davanti ai giudici, Verbitskaya ha sostenuto di aver partecipato a diverse manifestazioni contro Putin in Russia e di avere aiutato a far fuggire alcune donne dall'Ucraina. Le accuse di truffa e appropriazione indebita portate avanti dalla Federazione Russa sarebbero quindi, alla luce di queste circostanze, solo dei pretesti per ottenere un mandato di cattura internazionale. La difesa della donna avrebbe inoltre presentato alcuni verbali di arresto e di sanzioni amministrative proprio a seguito della partecipazione alle manifestazioni.
Con l'aggravarsi della situazione politica, la 56enne aveva lasciato Mosca alla fine di marzo per rifugiarsi in Spagna, dove vive suo marito, un cittadino ucraino. In un secondo momento la donna si era spostata a Milano per sottoporsi a delle cure mediche ma, alla vigilia di Ferragosto, è stata arrestata.
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