"Operazione sicurezza" Via ai lavori sul ponte Caos traffico, è polemica

Restyling con due anni di ritardo, nel mirino i disagi per il senso unico alternato. Costo dell’intervento un milione e 200mila euro: fine opere previsto per settembre. .

di Barbara Calderola

Parte con due anni di ritardo il restyling del ponte di Vaprio ed è subito polemica per i disagi creati dal senso unico alternato. Ma il sindaco Luigi Fumagalli invita ad avere pazienza: "I lavori sono indispensabili per la sicurezza di tutti - spiega -. Qui non c’è mai stato quel tipo di pericolo, le manutenzioni ci sono, ma certo nessuno vorrebbe mai vedere un altro Morandi". Il fine opere è previsto "per settembre, in queste settimane bisognerà adattarsi. E poi - aggiunge - non tutto il male viene per nuocere, i Tir non possono più passare sul viadotto: col cantiere è scattato subito lo stop per i mezzi dalle 3,5 tonnellate in su". I tempi per l’avvio, inizialmente fissati nel 2021, si sono allungati per il rincaro dei prezzi dell’acciaio al 200% e problemi tecnici che avevano fatto recedere dal contratto l’azienda vincitrice dell’appalto. Sulla striscia d’asfalto che unisce Milanese e Bergamasca ogni giorno si muovono 20mila veicoli, l’area è fra le più ricche e le più intasate della Regione e il via vai ha causato l’usura dei tiranti, da sostituire. Un milione 200mila euro il costo dell’intervento sostenuto a metà da Città Metropolitana, il resto dalla Provincia di Bergamo che ha riassegnato la commessa dopo la risoluzione consensuale con la ditta selezionata in origine proprio per mancanza di un accordo sui nuovi listini. L’opera, che secondo le previsioni si concluderà a fine estate, è necessaria per tenere in esercizio il raccordo sull’Adda. Mentre il divieto al passaggio dei bisonti della strada è una sorta di esperimento del trasloco dei camion a Cassano previsto da un vecchio Accordo di programma, che per essere rispettato comportava la realizzazione della variantina di Vaprio che ha eliminato le code all’ora di punta, e della nuova tangenziale proprio a casa dei vicini. Due tasselli essenziali del nuovo sistema viabilistico messo a punto più di 20 anni fa per alleggerire questo spicchio di hinterland dal traffico pesante con i suoi ponti sempre più stressati. Le opere “propedeutiche” - l’eliminazione della strozzatura medievale sul viadotto vapriese e la bretella cassanese - ormai sono realtà e adesso i Comuni ricordano anche l’altro pezzo del patto che porterebbe i Tir fuori dal borgo. Ma per loro non c’è un percorso alternativo, a parte l’A4, l’autostrada a pagamento. La soluzione radicale sarebbe avere, a Trezzo, un altro passaggio sul fiume per fluidificare il traffico cresciuto a dismisura nel frattempo. Ma resta una chimera. Se ne parla da 25 anni senza nulla di concreto, per ora ci si deve accontentare di rifare i "pendini" consumati del vecchio cavalcavia.

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